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    Protesta operai, 106 bloccata a Cropalati

     

     

    Protesta operai, 106 bloccata a Cropalati

    24 ott 11 I lavoratori della società Ecopellet C3A di Cropalati, in lotta dopo che l'azienda ha dovuto sospendere la produzione a causa di un'ordinanza comunale, hanno occupato un tratto di statale 106 bis a Rossano. La protesta, attuata in contrada Toscano, impedisce il transito dei veicoli che da Rossano sono diretti a Mirto Crosia e a Cropalati. I dipendenti dell'azienda che produce che produce pellet, combustibile ecologico per stufe ricavato dalla legna, rimasti senza lavoro da alcune settimane, avevano protestato la scorsa settimana a Catanzaro davanti alla sede della Presidenza della Regione e davanti alla Prefettura del capoluogo. I lavoratori chiedono un tavolo che metta fine alla controversia che ha provocato lo stop dell'attività produttiva malgrado l'azienda abbia numerose commesse e richieste di produzione. L'Ecopellet C3A ha 25 dipendenti e un indotto di circa cento persone. Al momento sul posto sono presenti la polizia di Stato, per garantire l'ordine pubblico, e i vigili urbani per limitare i disagi degli automobilisti.

    Comune dia agibilità. "Siamo qui e non ci muoveremo fino a quando non avremo in mano i certificati di agibilità che ci consentano di poter riprendere a lavorare". Stefano Evangelisti è uno dei dipendenti dell'Ecopellet C3A di Cropalati che, per protesta contro la sospensione delle attività dell'azienda, hanno occupato il bivio della statale 106 bis a Rossano. I lavoratori con le loro famiglie, donne e bambini, stanno partecipando in massa alla manifestazione di protesta e non sono intenzionati a lasciare. "I dipendenti della Ecopellet - aggiunge Evangelisti - sono stati trascinati in questa situazione e hanno deciso di manifestare per esasperazione, sapendo di essere nel giusto e sapendo anche che le autorizzazioni a proseguire nel lavoro potevano essere concesse da tempo evitando continue proroghe". "Siamo davvero esasperati - prosegue Evangelisti - perché la nostra azienda ha commesse e potrebbe garantire lavoro a tutti noi e a quanti operano nell'indotto. Non possiamo accettare che il nostro lavoro venga cancellato in questo modo per chissà quali ragioni e beghe".

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