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    Sequestrata la discarica di Alli, 3 indagati

     

     

    Sequestrata la discarica di Alli a Catanzaro, 3 indagati

    14 ott 11 I carabinieri del Nucleo operativo ecologico hanno sequestrato la discarica di Catanzaro in località Alli dove sono state riscontrate una serie di violazioni delle norme ambientali. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Abigail Mellace, che ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e del sostituto Carlo Villani. Nell'inchiesta che ha portato al sequestro della discarica sono indagati Stefano Gavioli, amministratore della società Enertech che gestisce l'impianto; Loris Zerbin, direttore tecnico della società ed Antonio Garrubba, dipendente tecnico operativo. Ai tre indagati viene contestata una serie di reati relativi alla violazione delle norme ambientali e alla distruzione e deturpamento di bellezze naturali. Nel corso delle indagini è emerso che il percolato prodotto dalla discarica finiva nel fiume Alli e successivamente in mare. Nell'impianto, inoltre, veniva scaricato anche materiale non autorizzato. Nell'impianto, nonostante il sequestro, sarà possibile ancora conferire i rifiuti perché il giudice per le indagini preliminari ha nominato tre tecnici a cui è stata affidata l'attività ed il controllo della discarica.

    Cinque giorni a settimana e per tre anni è stato versato il percolato della discarica di Catanzaro nel fiume Alli, che sfocia nel Mar Ionio. Nell'impianto, inoltre, venivano conferiti ogni genere di rifiuti senza alcun controllo. Sono questi alcuni degli elementi che emergono dall'inchiesta della Procura di Catanzaro che ha portato stamane al sequestro della discarica. Nell'inchiesta sono indagati Stefano Gavioli, 54 anni, di Treviso, amministratore della società Enertech che gestisce l'impianto; Loris Zerbin, 50 anni, di Campolongo Maggiore (Venezia), direttore tecnico della società, ed Antonio Garrubba, 46 anni, di Isola Capo Rizzuto (Crotone), dipendente tecnico operativo. Ai tre indagati viene contestata una serie di reati relativi alla violazione delle norme ambientali e alla distruzione e deturpamento di bellezze naturali. Il provvedimento di sequestro della discarica, eseguito dai carabinieri del Noe e del Comando provinciale di Catanzaro, è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale, Abigail Mellace, che ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e del sostituto procuratore Carlo Villani. L'impianto continuerà comunque a funzionare considerato che il giudice ha nominato tre tecnici che gestiranno la discarica. Le indagini hanno avuto inizio nei mesi scorsi dopo una serie di denunce circa l'inquinamento del fiume Alli. La Procura ha disposto una serie di analisi ed accertamenti tecnici dai quali é emersa la presenza del percolato nelle acque del corso d'acqua. Le risultanze delle analisi hanno poi indotto gli inquirenti ad effettuare una serie di intercettazioni telefoniche dalle quali è emerso uno scenario che gli investigatori ritengono "inquietante" perché nell'impianto c'era la completa assenza di controlli sui rifiuti che venivano conferiti. In un colloquio telefonico tra Loris Zerbin ed Antonio Garrubba, intercettato dagli investigatori, il direttore tecnico della discarica parla della situazione in cui versa la vasca di raccolta del percolato ed afferma che "se si rovescia su un fianco succede un disastro". I due concordano di versare il percolato nel fiume e lo stesso Zerbin è ben consapevole della gravità della decisione. Il direttore tecnico della discarica, infatti, non esita a ricordare che se la vicenda verrà scoperta rischia di essere portato via "con i braccialetti". La gravità della situazione è stata evidenziata da Lombardo e Borrelli secondo i quali "dal 2008 la discarica è stata gestita senza alcun controllo e questo ha fatto in modo che l'impianto fosse fuori da ogni norma. Il danno ambientale provocato è di eccezionale gravità e per questo motivo siamo dovuti intervenire". Stefano Gavioli e Loris Zerbin sono indagati anche nell'inchiesta che nell'agosto scorso ha portato al sequestro di beni per 90 milioni di euro per il mancato pagamento delle imposte da parte di alcune società, tra cui la Enertech, che hanno gestito la discarica di Catanzaro.

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