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    Ndrangheta a Pavia, assolti Chiriaco e Trivi

     

     

    Ndrangheta a Pavia, assolti Chiriaco e Trivi

    12 ott 11 Assoluzione con formula piena, perche' il fatto non sussiste. Questa la sentenza emessa nel pomeriggio dal tribunale di Pavia, presieduto dal giudice Cesare Beretta, nel processo a carico di Carlo Chiriaco, ex direttore sanitario dell'Asl, e di Pietro Trivi, ex assessore comunale. I due erano imputati di corruzione elettorale aggravata: secondo l'accusa, nella primavera del 2009 sarebbero stati 'comprati' con 2mila euro i voti per sostenere l'elezione di Trivi in consiglio comunale. Il pubblico ministero Paolo Storari aveva chiesto per entrambi la condanna a 2 anni, oltre ad una multa di 900 euro. I giudici non hanno ritenuto attendibile la tesi accusatoria, assolvendo i due imputati. L'indagine che ha portato a questo processo è un filone dell'inchiesta più generale sulle presunte infiltrazioni della 'ndrangheta in Lombardia ed in provincia di Pavia. Chiriaco, in particolare, era ritenuto dagli investigatori uno degli esponenti piu' importanti delle cosche che operavano sul territorio lombardo ed è sotto processo anche a Milano. L'ex direttore dell'Asl ha accolto con un sorriso la sentenza di assoluzione. Chiriaco, che è in carcere dal 13 luglio del 2010, è in condizioni di salute critiche: oggi è arrivato in tribunale accompagnato da un'ambulanza ed ha seguito l'udienza su una sedia a rotelle. Chiriaco, apparso dimagrito e sofferente, indossava una tuta da ginnastica. "Sono felice per l'assoluzione di mio padre in questo processo - ha commentato la figlia Eva - ma sono anche molto preoccupata per le sue condizioni di salute". L'avvocato Pietro Trivi ha raccontato ai cronisti la sua gioia in un'improvvisata conferenza stampa nel suo studio, a poche decine di metri dal tribunale. "Sono uscito da un incubo - ha detto Trivi -. A pesarmi non era tanto l'accusa di corruzione elettorale, che sapevo sin dall'inizio essere assolutamente infondata, quanto la aggravante di un presunto collegamento con la malavita organizzata. Per fortuna la giustizia, nella quale ho sempre riposto la massima fiducia, ha dimostrato la mia completa innocenza". Subito dopo essere finito sotto inchiesta, Trivi (esponente del Pdl) si era dimesso dalla giunta di centrodestra di Pavia guidata dal sindaco Alessandro Cattaneo. "Una scelta per non creare problemi politici al governo della nostra città. Adesso, forse, mi verrebbe voglia di creare qualche problema - ha sorriso Trivi -. Sto scherzando, naturalmente. Il sindaco Cattaneo mi è sempre stato molto vicino e con lui anche buona parte del partito: tra i primi che ho sentito al telefono dopo la sentenza ci sono stati l'onorevole Giancarlo Abelli ed il segretario provinciale Marco Bellaviti. Tornare in politica? Per la verità non l'ho mai abbandonata. Vedremo. Adesso voglio rilassarmi con la mia famiglia, che in questa vicenda mi è stata molto vicina".

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