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    Vescovo Locri scomunica i cristiani che aderiscono al crimine

     

     

    Vescovo Locri scomunica i cristiani che aderiscono al crimine

    05 ott 11 "La legalità fa parte della moralità e che non si può presumere di essere cristiani continuando nell'adesione ad una qualsiasi associazione criminale. Né valgono a redimere le ostentate quanto vuote devozioni ai santi patroni e all'impegno nelle feste popolari, che spesso si vogliono condizionare e dominare per ragioni di prestigio e di potere". Lo afferma, tra l'altro, il vescovo di Locri-Gerace, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, nelle indicazioni pastorali ai fedeli per il nuovo anno 2011-2012. "Ascoltando le relazioni fatte durante i giorni della Convocazione - ha aggiunto - siamo stati messi di fronte al male dei mali della nostra terra, la criminalità organizzata. Sappiamo di essere sotto i riflettori del mondo intero circa i rapporti perversi che essa vorrebbe istaurare con la religione. Spesso siamo accusati di connivenza, di poco coraggio nel denunciare, di debolezza nel sottostare. Sono accuse che non penso ci possano preoccupare, in quanto spesso sono motivate da valutazioni e attese di atteggiamenti o di prese di posizione non sempre consone alla nostra azione pastorale, che deve sempre distinguere tra condanna del peccato e accoglienza de peccatore. Posso però garantirvi che non mancano apprezzamenti sulla nostra azione pastorale da parte di tante persone sensibili al problema, anche di quanti sono impegnate come noi su questo fronte di lotta". "Torno a ribadire - ha sostenuto il Vescovo - che il fenomeno della 'ndrangheta e in genere della mafia e' fondamentalmente culturale, perciò va combattuto sul fronte dell'educazione. Allora dobbiamo valorizzare di più la nostra azione di evangelizzazione ad ogni livello, spiegando a chiare lettere che la legalità fa parte della moralità e che non si può presumere di essere cristiani continuando nell'adesione ad una qualsiasi associazione criminale; né valgono a redimere le ostentate quanto vuote devozioni ai santi patroni e all'impegno nelle feste popolari. Su ciò deve esserci unità nel presbiterio. Esorto, pertanto, a non fare sconti sulla preparazione ai sacramenti, che deve essere fatta da tutti con serietà. Non vale il criterio di accontentarsi anche di poco, lasciando poi tutto alla grazia di Dio. Non è un criterio valido". "Le feste patronali - ha concluso mons. Fiorini Morosini - devono essere gestite dalla parrocchia nella piena osservanza delle indicazioni pastorali della Diocesi".

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