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    Pentita "Messaggi boss dal carcere attraverso avvocato. Ora vivo nel terrore"

     

     

    Pentita "Messaggi boss dal carcere attraverso avvocato. Ora vivo nel terrore"

    25 nov 11 Giuseppe Ferraro, di 50 anni, ritenuto dagli inquirenti il reggente a Milano della cosca Pesce di Rosarno, nel 2005 e 2006 teneva i contatti dal carcere con il boss Salvatore Pesce, all'epoca libero, grazie all'aiuto di un'avvocatessa che faceva uscire dei biglietti scritti dall'uomo dal penitenziario di Milano in cui era detenuto. Lo ha detto la collaboratrice di giustizia Rosa Ferraro, sentita oggi dal Tribunale di Palmi nell'aula bunker di Milano per motivi di sicurezza. Rispondendo alle domande del pm Alessandra Cerreti, Rosa Ferraro, che dal 2006 vive sotto protezione in una località segreta, ha detto di essere certa della circostanza per avere visto i messaggi, scritti su foglietti a quadretti e ripiegati più volte per ridurne le dimensioni. La collaboratrice ha anche fatto il nome di battesimo dell'avvocato dicendo di non ricordarne il cognome. Nel corso della deposizione, alla domanda del pm se la cosca Pesce esiste, la collaboratrice ha risposto: "caspita se esiste. Rosarno è in mano loro. Tutti sanno chi sono i Pesce. Ho vissuto tra loro ed ho visto tutto ciò che facevano. Ancora adesso vivo nel terrore. Ogni volta che suonano alla porta sobbalzo". Nel corso della sua deposizione, iniziata ieri, Rosa Ferraro, la cui famiglia è strettamente legata ai Pesce, ha anche ricostruito la riunione in cui la sua famiglia decise che doveva essere uccisa, dicendo che vi partecipò il padre, gli zii, le zie ed nipoti. Quindi è passata a parlare delle estorsioni fatte dalla cosca anche ad un circo di passaggio a Rosarno che levò le tende dopo 10 giorni perché, ha detto la collaboratrice, nonostante i titolari pagassero il pizzo, continuavano le richieste per avere più soldi. La donna ha poi raccontato dello spaccio gestito dalla cosca che si riforniva a Milano di cocaina ed hascisc che poi preparava in dosi, alcune delle quali spacciate direttamente in un garage dell'abitazione di Salvatore Pesce. Rosa Ferraro ha anche raccontato di una rapina compiuta dai Pesce ai danni di una gioielleria ed ha riferito di avere assistito alla spartizione dei preziosi a casa di Salvatore. Sul finire dell'udienza è iniziato il controesame da parte dei difensori degli imputati che proseguirà domani.

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