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    Traffico illecito di rifiuti, 4 arresti, tra loro il sindaco di Casignana

     

     

    Traffico illecito di rifiuti, 4 arresti, tra loro il sindaco di Casignana

    24 nov 11 Per risparmiare 100 euro a tonnellata sulle spese di gestione della discarica non esitavano a scaricare in un torrente, e quindi in mare, il percolato prodotto, una sostanza altamente nociva che andrebbe smaltita con apposite procedure. Una storia andata avanti sino ad oggi, quando sono intervenuti i carabinieri che hanno arrestato quattro persone, tra cui un sindaco, per traffico di illecito di rifiuti. Una storia di "illegalità diffusa", come l'hanno definita i carabinieri di Reggio Calabria e del Noe, che ha visto finire ai domiciliari il primo cittadino di Casignana, piccolo comune della Locride, Pietro Crinò, di 62 anni, suo fratello Antonio Giovanni (52), responsabile tecnico della "Zetaemmé, la società che gestisce la discarica consortile nello stesso Comune, Massimo La Fronte (42) e Giuseppe Saverio Zoccoli (55), gestore di fatto della discarica. L'impianto e la società di gestione, per un valore complessivo di 13 milioni di euro, sono stati sequestrati. Molteplici le condotte illecite contestate nel provvedimento emesso dal gip su richiesta della Dda di Reggio Calabria: dalla sistemazione dei rifiuti in aree della discarica non autorizzate e senza isolamento del terreno allo sversamento del percolato nel torrente; dall'omessa copertura dei rifiuti al conferimento di rifiuti anche pericolosi, non ammissibili in discarica, e la concessione di scaricare a soggetti non autorizzati. "Sono reati particolarmente pericolosi per la comunità", è stato il commento del procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone. I carabinieri hanno persino scoperto che a causa della mancanza di recinzione, nella discarica pascolavano tranquillamente bovini ed ovini che spesso andavano a finire nelle zone contaminate dal percolato. Dall'inchiesta "black garden", condotta con l'utilizzo di video-riprese e intercettazioni ambientali e telefoniche, è emerso che anche la società Leonià, che cura lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani a Reggio Calabria, ed i comuni di Gioiosa Ionica e Roccella Ionica, scaricavano, anche se per tempi limitati, senza l'autorizzazione del Commissario per l'emergenza ambientale a Casignana. Per questo, un avviso di garanzia è stato notificato al sindaco di Gioiosa Ionica, Mario Mazza, ad un funzionario del comune di Roccella Ionica, ed al direttore tecnico della Leonia, Giorgio Stiriti.

    Questa mattina l'operazione dei carabinieri di Reggio Calabria e del Noe per l'esecuzione di quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari ed una di obbligo di dimora nell'ambito di un'inchiesta della Dda reggina su un traffico illecito di rifiuti. I carabinieri stanno anche notificando quattro avvisi di garanzia. Secondo l'accusa avrebbero messo in atto diverse operazioni illecite allo scopo di risparmiare il denaro necessario per un corretto smaltimento del percolato, per la ricopertura e la compattazione giornaliera dei rifiuti, nonché per le opere necessarie per una corretta manutenzione di una discarica.

    La discarica consortile di Casignana, nella Locride, che serve gran parte dei Comuni del reggino, compreso Reggio Calabria, è stata sequestrata dai carabinieri che hanno anche arrestato il sindaco Pietro Armando Crinò, di 62 anni nell'ambito dell'inchiesta su un traffico illecito di rifiuti. Crinò è una delle quattro persone finite ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta su un traffico illecito di rifiuti. I carabinieri, oltre alla discarica, valutata dieci milioni di euro, hanno sequestrato anche la società che la gestisce, la Zetaemme, per un valore di tre milioni. In manette anche il fratello del sindaco Giovanni Crinò, responsabile tecnico della Zetaemme, anche lui ai domiciliari. Dalle indagini condotte dai carabinieri di Reggio Calabria e del Noe è emerso che nella discarica finivano rifiuti non autorizzati dall'Ufficio del commissario per l'emergenza ambientale in Calabria. Inoltre, a causa dell'assenza di recinzioni, bovini ed ovini pascolavano liberamente nella discarica in aree contaminate da percolato.

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