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    Rapinavano banche con ambulanza, regia in Sicilia, operavano anche in Calabria

     

     

    Rapinavano banche con ambulanza, regia in Sicilia, operavano anche in Calabria, 25 arresti

    24 nov 11 Usavano un'ambulanza per mettere a segno una serie di rapine a istituti di credito e poi darsi alla fuga senza incontrare ostacoli. I componenti della banda sono stati individuati dalla polizia che ha eseguito 22 sulle 25 ordinanze di custodia cautelare emesse su tutto il territorio nazionale. L'operazione, denominata in codice "Travelling riders", viene condotta dalla Squadra Mobile di Enna e dal commissariato di Piazza Armerina in collaborazione con le questure di Catania, Reggio Calabria, Roma, Ancona, Siena, Milano e Cremona. Gli arrestati avrebbero commesso oltre 30 rapine in due anni, per un volume di affari di oltre 600 mila euro. Le indagini sono state avviate tra il 2008 ed il 2009, dopo una serie di "assalti" ad alcuni istituti di credito di Piazza Armerina. In particolare ben 5 rapine ai danni della stessa filiale del Monte dei Paschi di Siena, con modalità che lasciavano pensare a un'unica "regia". Gli investigatori, dopo avere individuato i componenti della banda, hanno monitorato la loro attività sia sul territorio siciliano che fuori dall'isola: dalla Calabria al Lazio, dalle Marche in Lombardia.

    L'ambulanza viaggiava per l'Italia. Il gruppo si muoveva a bordo di un'ambulanza della fantomatica "S'Agata soccorso", a bordo della quale da Catania raggiungeva il Norditalia, per mettere a segno i colpi. Le indagini sfociate nell'operazione "Travelling riders" sono durate oltre sei mesi. Un pool di investigatori della Mobile di Enna e del commissariato di Piazza Armerina, coordinato dai magistrati della Procura di Enna, ha fatto luce sull'attività criminale dell'organizzazione, attraverso attività intercettazioni, acquisizione dei tabulati telefonici, visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza, perquisizioni e sequestri. Gli inquirenti, che hanno eseguito 22 ordini di custodia cautelare su 25, hanno accertato che la banda aveva ramificazioni in tutta Italia. Dalle utenze telefoniche dei cellulari la polizia è riuscita a individuare gli autori, nonostante il continuo ricambio di schede telefoniche. Nel corso delle perquisizioni è stato sequestrato anche mezzo chilo circa di marijuana.

    Gli arresti: La polizia ha eseguito 22 delle 25 ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei presunti componenti della banda specializzata in rapine agli istituti di credito messe a segno con un'ambulanza. Tra gli arrestati, con l'accusa di concorso esterno all'associazione per delinquere, anche l'avvocato del gruppo, Elisabetta Pietracci, 39 anni, nata a Rovigo, ma residente ad Ascoli Piceno, che è stata posta ai domiciliari. Gli altri arrestati sono Mario Marino, 38 anni; Giuseppe Agatino Cavallaro, 37; Rosario Battaglia, 26; Antonio Vallarelli, 29; Antonio Giovanni Caruso, 22; Alessandro Malerba, 33; Maria Rosa Tasco, 35; Sebastiano Tasco, 36; Sebastiano Tripolone, 30; Orazio Carbonaro, 38; Alessio Viscuso, 21; Cristian Provenzano, 20; Daniel Clemente, 23; Salvatore Melia, 23; Christian Giuseppe Grillo, 21 anni, tutti di Catania; Giorgio Speciale, 64, di Nicosia (En), ma residente a San Donato Milanese; Fabio Gentile e Invenzio Soriano, rispettivamente di 35 anni e 46 anni, entrambi residenti ad Abbiategrasso; Domenico Ascone, 31, di Taurianova (Rc); Giuseppe Pulvirenti, 33 catanese; Anna Elisabetta Sampieri, 44, nata a Catania, ma residente a Roma, alla quale sono stati concessi i domiciliari.

    In manette donna avvocato: C'é anche una donna avvocato che avrebbe curato gli interessi dalla banda tra gli arrestati dell' operazione "Travelling riders", che ha smantellato un' organizzazione criminale specializzata in rapine a istituti di credito messe a segno utilizzando un'ambulanza. Si tratta di Elisabetta Pietracci, 39 anni, nata a Rovigo ma residente ad Ascoli Piceno, agli arresti domiciliari con l'accusa di concorso esterno in associazione per delinquere. Per mettersi in contatto con i vertici del clan la donna utilizzava una sim telefonica 'pulita', che le sarebbe stata fornita dallo 'zio' Giorgio Speciale, anch'egli arrestato stamani. Dalle intercettazioni telefoniche emerge che la Pietracci è stata ospite dallo stesso Speciale, originario di Nicosia (Enna) ma residente a San Donato Milanese. In quell'occasione il legale avrebbe suggerito ad alcuni degli indagati di spicco di interrompere i contatti con coloro che avrebbero potuto renderli "rintracciabili". Nel corso delle indagini sarebbe emersa la solerzia dell'avvocato nell'informare gli indagati degli atti di indagini delle varie procure della Repubblica impegnate nelle attività processuali pendenti, concordando strategie e condotte da seguire per evitare guai giudiziari. L'avvocato Pietracci è molto nota ad Ascoli Piceno, dove esercita la professione. E' stata anche giudice onorario del Tribunale ascolano dal 2003 al 2010, quando, con una delibera del Csm, ne é stata dichiarata la decadenza dopo che erano state rilevate delle incompatibilità con il suo ruolo di avvocato. La Pietracci, sposata, un figlio, risiede a San Benedetto del Tronto.

     

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