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    Truffa alla UE utilizzando terreni incolti di altri. Sequestrati beni per 1 mln

     

     

    Truffa alla UE utilizzando terreni incolti di altri. Sequestrati beni per 1 mln. 15 indagati

    23 nov 11 I carabinieri hanno sequestrato beni per un valore di un milione e 125 mila euro nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria su una presunta truffa ai danni dell'Unione europea in relazione all'erogazione di alcuni finanziamenti. Nell'inchiesta sono indagate 15 persone, tra cui produttori agricoli dei settori oleario e seminativo ed impiegati di centri di assistenza agricola della provincia di Reggio Calabria. Il sequestro preventivo è stato eseguito dal Nucleo antifrodi Carabinieri di Salerno e dai militari del Comando provinciale di Reggio Calabria. I beni sequestrati, di importo equivalente al finanziamento che sarebbe stato ottenuto illegalmente, consistono in conti correnti, fondi d'investimento, depositi titoli, prodotti assicurativi e beni immobili adibiti ad uffici ubicati a Reggio Calabria. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio sulla base della denuncia presentata dai carabinieri. Le persone coinvolte nell'inchiesta sono indagate per associazione per delinquere, frode informatica e truffa. Dalle indagini del Nucleo antifrodi carabinieri che hanno portato al sequestro di beni per oltre un milione di euro è emersa la presunta condotta fraudolenta di alcuni impiegati di Centri di assistenza agricola della provincia di Reggio Calabria. Gli impiegati, attraverso le loro credenziali, erano riusciti ad individuare sulla banca dati del Sistema informativo agricolo nazionale i dati relativi a superfici agricole incolte che, all'insaputa dei proprietari, erano state indicate nella 'dichiarazione di produzione aziendale' allo scopo di ottenere i finanziamenti illeciti. L'attività fraudolenta, secondo quanto riferito dai carabinieri, si è sviluppata inoltre con l'attestazione di produzioni inesistenti o maggiorate nelle campagne olivicole degli anni 2002-2005 utilizzate per la costituzione di falsi "titoli di produzione" e con l'arbitraria intestazione delle titolarità di superfici agricole appartenenti a persone decedute. Gli indagati, ed in particolare gli impiegati dei Centri di assistenza agricola, avevano la possibilità di intervenire indebitamente sul sistema informatico del Sistema informativo agricolo nazionale, dirottando in modo fraudolento oltre mille "fascicoli aziendali" da un Centro ad un altro e trasferendo arbitrariamente titoli di quote appartenenti a produttori ignari della truffa.

    Operazione a tutela della concorrenza. L'aggressione ai patrimoni illeciti nelle frodi comunitarie è di fondamentale importanza perché in base alla normativa comunitaria l'entità dell'illecito finanziamento sottratto illegalmente al budget comunitario viene posta a carico dello Stato membro almeno nella misura del 50% ma anche oltre se lo Stato si è rilevato inadempiente rispetto agli obblighi comunitari. Inoltre le azioni di recupero avviate dai Nuclei Antifrodi Carabinieri d'intesa con l'Autorità Giudiziaria sono rivolte anche a tutelare il regime di concorrenza e la libertà dei mercati che risulterebbero alterati dalla condotta disonesta di chi accede illecitamente a finanziamenti comunitari. Anche per tali finalità al Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari è istituito il Numero Verde 800 020 320 ed è attiva la casella di posta elettronica ccpacdo@carabinieri.it che gli operatori del settore ed i cittadini possono contattare per ricevere informazioni o fornire segnalazioni.

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