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    Sciame sismico tra Mormanno e Laino Borgo, 4 scosse in 18 ore

     

     

    Sciame sismico tra Mormanno e Laino Borgo, 4 scosse in 18 ore

    23 nov 11 Quattro scosse di terremoto nell'arco di 18 ore si sono registrate tra Mormanno e Laino borgo ai confini di Calabria e Basilicata. La più forte con magnitudo 3.6 è stata registrata dagli strumenti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle 15.12. Le altre tre scosse sono state registrate ieri sera alle 21.17 con maginitudo 2.1, un'altra alle 23.49 con magnitudo 2.5 e la terza oggi alle 14.00 con magnitudo 2.3. Tutte le scosse sono state registrate ad una profondità tra gli 8 e i 10 km. Le località prossime all'epicentro sono i comuni di Mormanno, Laino Castello e Laino Borgo (Cs) e Castelluccio, Viggianello e Rotonda (Pz). Nella stessa zona, che comprende, ad una distanza superiore ai 10 chilometri, anche altri comuni come Aieta, Morano Calabro Orsomarso, Papasidero, San Basile, Verbicaro, in Calabria, e Castelluccio superiore, Episcopia e Latronico, in Basilicata la scossa è staat avvertita dalla popolazione. Dalle verifiche effettuate dalla sala situazione Italia del Dipartimento non risultano danni a persone o cose. Proprio sul versante terremoti, da venerdì a domenica prossima è prevista in Calabria un'esercitazione della protezione civile nazionale.

    Zona risvegliata un anno fa. Si è "risvegliata" circa un anno fa e dal settembre 2010 è stata colpita da circa 500 terremoti la zona al confine tra Calabria e Basilicata oggi interessata da un sisma di magnitudo 3,6. "Nella zona del Pollino è in atto una sequenza da alcuni mesi", ha detto il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). "La sequenza è più intensa negli ultimi giorni ed è cominciata nel settembre 2010: da allora sono stati localizzati in questa zona oltre 500 terremoti, tutti di magnitudo inferiore a 3". Il periodo di attività più intensa è stato registrato nell'ottobre 2010, in seguito le scosse si sono diradate, per tornare ad un nuovo picco nell'aprile scorso. Da allora, l'attività è ripresa in ottobre, con decine di terremoti inferiori a magnitudo 3. E' un fenomeno anomalo, rispetto al comportamento osservato in questa zona negli anni passati. Ma è presto per capire che cosa stia accadendo. "Di sicuro - ha rilevato Amato - questa zona si trova lungo la fascia del territorio italiano più a rischio sismico: quella dell'Appennino Meridionale che attraversa Irpinia, Basilicata e Calabria". I sismologi non hanno ancora un'etichetta per quanto sta accadendo nel Pollino: "di solito i terremoti noti storicamente sono avvenuti più a Nord o più a Sud, ma non sono documentati in questa zona". Un'ipotesi è che l'area del Pollino sia meno pericolosa rispetto a quelle che la circondano, ma al momento è altrettanto fondata l'ipotesi che grandi terremoti possano essere avvenuti in passato, ma che non siano stati documentati. Per questo motivo i sismologi dell'Ingv sono al lavoro ed hanno cominciato a scavare le cosiddette "trincee", scavi profondi 2 o 3 metri e larghi una decina di metri che permettono di analizzare gli strati del suolo alla ricerca di tracce di terremoti passati.

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