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    Inchieste revocate a De Magistris oggi sentito come parte lesa

     

     

    Inchieste revocate a De Magistris: sentito come parte lesa "Guai dopo perquisizione Chiaravalloti"

    19 nov 11 "I ricordi che riaffiorano in questo momento, sono in parte riferiti a fatti che ho rimosso dalla mente. Riguardano episodi che risalgono a qualche anno fa, prima che io dessi le mie dimissioni da quel campo che credevo sarebbe stata la mia vita per sempre. Io, infatti, non avrei mai smesso di fare il magistrato". Con queste parole, è intervenuto questa mattina l'ex pm Luigi De Magistris che ha fornito la sua testimonianza nell'ambito del processo in corso a Salerno che vede imputati magistrati, politici e professionisti calabresi accusati a vario titolo in cui l'ex pm è parte lesa per la presunta illegittima sottrazione delle indagini Why Not e Poseidone quando era pm a Catanzaro. L'attuale sindaco di Napoli, costituitosi parte civile, ha parlato del primo impatto che ebbe una volta giunto a Catanzaro. "Nella mia prima esperienza a Catanzaro - dice De Magistris - c'era come procuratore della Repubblica, Mariano Lombardi. I rapporti con lui sono stati sempre buoni, sia dal punto di vista umano sia da quello professionale. Ricordo che il parere che rilasciò per la mia nomina alla qualifica di magistrato di tribunale fu addirittura più elevato rispetto alla media. Nonostante questo buon rapporto, però, già all'epoca riscontrai fatti anomali che interessavano in qualche modo Lombardi".

    Guai iniziati da perquisizione a Chiaravalloti. "L'esposizione sempre maggiore nei confronti della mia persona è iniziata a partire dalla perquisizione a Chiaravalloti". A dirlo l'ex pm Luigi De Magistris intervenuto oggi al Tribunale di Salerno, nell'ambito del processo in cui l'ex pm è parte lesa per la presunta illegittima sottrazione delle indagini Why Not e Poseidone quando era pm a Catanzaro. "Da quel momento in poi - aggiunge De Magistris - si sono verificati una serie di episodi significativi che hanno portato, tra le altre cose, ad una interrogazione parlamentare ad opera di un senatore di An talmente dettagliata - ma solo sui fatti calabresi - che mi sembrava assurdo fosse opera solo del senatore stesso". De Magistris, poi, sempre parlando di eventuali fughe di notizie su fatti riservati specifica: "penso ad un articolo altrettanto dettagliato pubblicato sulla Gazzetta del Sud a firma di Betty Calabretta. Non so come abbia fatto ad avere certe informazioni ma so per certo che tra il procuratore aggiunto di Catanzaro, Salvatore Murone e la giornalista ci fosse un rapporto molto stretto. Lei, infatti, spesso stava nell'ufficio di Murone dove hanno, una volta, addirittura fatto colazione". Su Murone aggiunge: "Sin da subito ebbi la sensazione che Murone non avesse una considerazione positiva della mia persona. Lui infatti, non ha mai favorito un rapporto dialettico costruttivo all'interno dell'ufficio". Alla fine, De Magistris ha ribadito il fatto che "non ho mai chiesto di essere sostituito e di non seguire più questa inchiesta. Non vi era alcun presupposto affinché ciò accadesse e neanche Lombardi e Spagnuolo avevano mai paventato o ipotizzato questa opzione". L'udienza al Tribunale di Salerno, con la testimonianza dell'ex pm De Magistris, verrà ripresa il 5 dicembre.

    Su Poseidone confusione di ruoli. Intervenuto questa mattina nell'ambito del processo in corso a Salerno per la presunta illegittima sottrazione delle indagini Why Not e Poseidone quando era pm a Catanzaro, l'ex magistrato Luigi De Magistris ha illustrato nel dettaglio proprio l'indagine "Poseidone". "Nacque nell'estate 2004 a seguito di una moltitudine di denunce giunte da villeggianti e inerenti a un forte inquinamento marino. Mi colpì - ha spiegato - che in quello stesso periodo fu depositata una relazione della sezione regionale della Corte dei Conti in merito a presunti illeciti sulla realizzazione di depuratori in Calabria. Pensai, dunque, che ci fosse una correlazione tra le due vicende e quindi reputai giusto indagare su un eventuale nesso di causalità. L'inchiesta, poi, si allargò al tema degli appalti nell'ambito dei depuratori e finanche allo smaltimento dei rifiuti". "Il primo ad essere indagato - rimarca De Magistris - fu Giuseppe Chiaravalloti, all'epoca commissario straordinario per l'emergenza ambientale. Nell'indagine emergevano ipotesi di truffa rilevanti e pertanto le perquisizioni stesse erano fondamentali per inquadrare i rapporti di collusione e i vincoli sodali tra i soggetti. Emergeva una confusione di ruoli tra controllati e controllori. Penso, ad esempio, a Bruno Barbera, commissario dell'Arpacal che fu nominato dallo stesso Chiaravalloti. Secondo me quest'ultimo appariva come uno dei principali indagati ma mi fu detto, dal procuratore Lombardi e dal procuratore aggiunto, Mario Spagnuolo di effettuare qualsiasi perquisizione tranne che a Chiaravalloti visto che non gli ero simpatico (dalle mie memorie scritte ricordo che Chiaravalloti riferì che 'gli stavo sui c.... dalla prima volta che giunsi in Calabria''). Mi sembrò, questo, un fatto personale. Sia Lombardi che Spagnuolo, seppure non avessero apposto il visto al decreto per la perquisizione, mi assicurarono il loro sostegno. Mi assunsi, così, la responsabilità di andare avanti e, per scongiurare fughe di notizie, anticipai la perquisizione dal 18 al 16 maggio 2005", ha concluso sull'argomento De Magistris.

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