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    Truffa gasolio, Pignatone "Rapporti con la ndrangheta"

     

     

    Truffa gasolio, Pignatone "Rapporti con la ndrangheta"

    16 nov 11 "E' un'operazione di grande rilievo, con un valore di beni sequestrati di notevole entità, circa trecentocinquanta milioni di euro. Anche in questa operazione, il valore aggiunto è rappresentato dal rapporto degli imprenditori indagati con il mondo della ndrangheta, con reciprocità di fonti considerevoli di guadagno ai danni dello Stato". E' quanto ha tra l'altro affermato il procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone, commentando l'esito dell'operazione "Oro Nero" eseguita dalla Guardia di Finanza del comando provinciale che ha portato alla denuncia a piede libero di due noti commercianti di prodotti petroliferi, i fratelli Giovanni e Domenico Camastra, con interessi in tutta la Calabria e nel centro Italia. Contrabbando di gasolio agevolato, truffa aggravata ai danni dello Stato, evasione fiscale, sono i capi di imputazione a carico dei fratelli Camastra, che operavano sul mercato dei prodotti petroliferi attraverso sei società. "Per potere creare la disponibilità di prodotto petroliferòagevolatò da collocare illecitamente sul mercato - ha detto il comandante provinciale della Guardia di Finanza, col. Paolo Di Gesù - attestavano falsamente che il prodotto originario era stato colorato. Tant'é che durante il periodo delle investigazioni - ha sottolineato Di Gesù - la quantità di gasolio venduto falsamente come agricolo è stata di circa venticinque milioni di litri". Tra gli acquirenti, imprese agricole, motopesca, aziende di trasporto, depositi di stoccaggio. "Le vendite fittizie - ha specificato Di Gesù - sono state puntualmente riscontrate e supportate da specifici elementi di natura finanziaria acquisti tramite indagini contabili e bancarie, che hanno dimostrato la cessione del combustibile in 'nero' a intermediari commerciali, in aperta violazione alle disposizioni che prescrivono i requisiti e le condizioni per fruire dei benefici fiscali". Nelle indagini, in particolare, emerge la partecipazione alla frode di esponenti di spicco della criminalità organizzata calabrese. "Significative ha detto ancora il col. Di Gesù - sono le risultanze di indagine in ordine al ruolo di intermediario nella distribuzione del gasolio in 'nero' assunto da Marco Mazzitelli e Domenico Sibio, noti esponenti della cosca Pesce di Rosarno". Nell'operazioni sono stati anche coinvolti operatori del settore petrolifero considerati dagli inquirenti vicini alle cosche Aquino-Coluccio di Marina di Gioiosa Ionica e Crea di Rizziconi.

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