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    Truffa col gasolio, 2 imprenditori fermati dalla Gdf a Reggio Calabria

     

     

    Truffa col gasolio, 2 imprenditori fermati dalla Gdf a Reggio C., sequestrati beni per 350 mln, danni per 12 mln all'erario

    16 nov 11 Due imprenditori del settore petrolifero di Reggio Calabria, i fratelli Giovanni e Domenico Camastra, sono stati fermati dalla Guardia di Finanza con l'accusa di contrabbando di gasolio agevolato, truffa aggravata ai danni dello Stato ed evasione fiscale. L'indagine che ha portato ai due fermi è stata condotta dal Nucleo di Polizia tributaria di Reggio Calabria, in collaborazione con lo Scico di Roma e con il gruppo di Frascati, sotto le direttive della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. La Guardia di Finanza ha anche denunciato in stato di libertà, nell'ambito della stessa indagine, altre quaranta persone. I reati contestati ai fratelli Camastra sarebbero stati commessi attraverso un articolato e complesso sistema di frode attuato grazie al contributo dei dipendenti del gruppo ed altri soggetti. Agli affari gestiti dai fratelli Camastra avrebbero anche partecipato esponenti di spicco della criminalità organizzata intervenendo nelle vesti di intermediari oppure di clienti finali.

    Sequestrati beni per 350 milioni. Beni mobili ed immobili per un valore di 350 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'indagine che ha portato a Reggio Calabria al fermo di due imprenditori del settore petrolifero, i fratelli Giovanni e Domenico Camastra, accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato. I beni sequestrati consistono in una holding, sei società del gruppo, due imprese che svolgono la loro attività nel settore petrolifero e coinvolte nel traffico illecito di carburante, oltre a beni ed altri valori.

    Coinvolta cosca Pesce. Ci sono anche due presunti affiliati alla cosca Pesce della 'ndrangheta, Marco Mazzitelli e Domenico Sibio, tra le persone coinvolte nell'inchiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria che ha portato al fermo dei fratelli Giovanni e Domenico Camastra, imprenditori del settore petrolifero. Secondo quanto riferito dalla Guardia di finanza, esponenti di spicco della 'ndrangheta avrebbero partecipato al commercio illecito di gasolio agevolato intervenendo nelle varie fasi dell'attività illecita come intermediari o clienti finali. Giovanni Corrado, già sottoposto a misura cautelare insieme ai vertici della famiglia Crea di Rizziconi, ha esercitato, secondo l'accusa, l'attività di intermediazione nel commercio di carburante in nero nell'area lametina-catanzarese, approvvigionandosi dalla società Camastra Petroli Locri e versando nelle casse del gruppo cospicue somme di denaro contante. Anche altri personaggi di spicco di famiglie di 'ndrangheta, come Stefano Antonio, affiliato alla cosca Aquino-Coluccio, tratto in arresto, insieme ai vertici della del gruppo criminale nell'operazione di polizia giudiziaria denominata "Nostromo", avrebbe partecipato all'affare del contrabbando di gasolio attraverso una società di intermediazione nella distribuzione di gasolio 'in nero', a lui, di fatto riconducibile. Le indagini hanno anche rivelato la partecipazione dei vertici di una cosca di Reggio Calabria, in qualità di cliente finale, che si è approvvigionata di carburante dal Gruppo Camastra per il fabbisogno delle proprie aziende di trasporto e di distribuzione al dettaglio di prodotti petroliferi. Il sistema di frode messo in atto dai fratelli Camastra si articolava in due fasi: la creazione di provviste di prodotto "agevolato" e la falsa denaturazione del gasolio. Per potere creare la disponibilità di prodotto petrolifero "agevolato" da collocare illecitamente sul mercato, a beneficio di soggetti compiacenti, la prima operazione necessaria è stata quella di far risultare falsamente che il prodotto fosse stato denaturato (colorato). Nel periodo oggetto di attenzione investigativa, pari a poco più di due anni, la quantità di gasolio venduto falsamente come agricolo è stata di circa 25 milioni di litri. Il prodotto, pur scontando imposte ad aliquote agevolate, è stato destinato illecitamente agli usi ordinari. Sempre al fine di creare provviste di gasolio "agevolato" da destinare ad usi ordinari, l'organizzazione criminale ha dovuto simulare delle vendite a soggetti autorizzati ad acquistare e vendere prodotti petroliferi "agevolati", in modo che, formalmente, tale prodotto risultasse venduto a soggetti legittimati a fruire dei benefici fiscali, mentre, sostanzialmente, poteva essere ceduto indiscriminatamente a tutti i clienti e gli operatori commerciali del settore. I cosiddetti clienti simulati sono stati individuati così in due ditte della provincia di Cosenza, dapprima direttamente, ed in un secondo momento tramite l'interposizione di una società di capitali con sede a Siderno. Altri clienti "simulati" del Gruppo Camastra sono stati identificati poi in una società di persone avente sede nel vibonese ed in altri clienti nella locride. Le vendite fittizie sono state riscontrate e supportate da specifici elementi di natura finanziaria acquisiti tramite indagini contabili e bancarie, dalle quali è emerso che gran parte dei pagamenti da parte dei clienti sono stati simulati. Il danno subito dall'Erario, a causa della fruizione indebita di esenzioni ed agevolazioni d'imposta, solo per il periodo oggetto delle indagini ammonta ad oltre 12 milioni di euro.

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