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    Gratteri "La Nazionale a Rizziconi un gol in casa della ndrangheta"

     

     

    Gratteri "La Nazionale a Rizziconi un gol in casa della ndrangheta"

    12 nov 11 L'ultimo contropiede lo hanno messo a segno i carabinieri di Reggio, arrestando Sebastiano Pelle, capo dell'omonimo clan di San Luca: ma non c'é dubbio che in Calabria la partita sia ancora in mano alla 'ndrangheta. Domani pero' la squadra del Bene schiera la nazionale, e chissà che non si registri il primo successo concreto dell'era Prandelli. A Rizziconi, nella piana di Gioia Tauro, in un Comune ad altissima densità mafiosa e attualmente commissariato, gli azzurri si alleneranno su un campo di calcio confiscato alle cosche e finalmente - grazie all'opera dell'associazione Libera di don Ciotti - consegnato ai ragazzi. "Sarà una cosa simbolica, certo - dice all'ANSA Nicola Gratteri, procuratore aggiunto a Reggio Calabria, membro della Direzione distrettuale antimafia e soprattutto indiscusso numero 1 nella lotta alla 'ndrangheta - ma sapeste che valore possono avere quaggiu' certi segnali…". "Il calcio - spiega ancora il magistrato - è un grande veicolo contro le mafie, come pure la musica: insegnare ai ragazzi a suonare uno strumento è educativo. Stessa cosa per il pallone: dovere imparare a tirare in porta, a fare gol o a difendere li impegna e li allontana dalla prospettiva di diventare garzoni di 'ndrangheta. I bambini di oggi sono spugne, sono migliori rispetto a 15 anni fa, ma il problema e' che nessuno intercetta il loro bisogno di modelli positivi. E nel calcio per fortuna ce ne sono molti". Sì, tutto vero: ma la Nazionale sbarca a Rizziconi, fa il suo show in diretta tv e subito riparte. Cosa resta dopo? "Intanto tre ore sono meglio di niente, e comunque rimane il ricordo: che aiuta a credere di potercela fare". Non dice, Gratteri, se domani sarà in tribuna anche lui: "Vorrei, ma non posso dire niente sui miei spostamenti". Su una cosa però ha certezze: "In giro sarà pieno di 'ndranghetisti, a loro come a tutti al Sud, il pallone piace. E poi lo utilizzano a scopo di ostentazione, di visibilita'. La mafia fa schifo, è il titolo scelto dai ragazzi al mio ultimo libro, ed esiste dove c'é denaro e potere. I soldi li fa con traffico di cocaina, estorsione, usura ed appalti. Ma quando serve la visibilità e il consenso li trova attraverso lo sport e la religione. Gli 'ndranghetisti si fanno avanti per ristrutturare chiese, per gestire le processioni: uguale per il calcio, un capocosca o un suo uomo e' sempre presidente della squadra. A vedere la partita va la gente che conta, il farsi vedere nella stessa tribuna della classe dirigente è per loro positivo. I capicosche sono gli artefici dei successi, investono soldi per comprare giocatori. Poi arriviamo alle iperboli, uno dei Pesce giocava nel Cittanova, era il capitano: e chi gliela contendeva la fascia? Altra storia è quella dei minuti di silenzio: per la morte del boss Cordì a Locri; e poi quello a San Luca per la morte di Gambazza, uno dei Pelle. Comunque, gestire squadre è un lusso, le mafie possono farsi avanti perché hanno liquidità. Si presentano come modelli vincenti". Piace anche a lui, il pallone: eppure non può andare allo stadio ("un sogno inappagato, metterei a repentaglio la sicurezza di tutti"), e ha dimenticato l'ultima volta che ha giocato. "Da ragazzo ero un centrocampista di fatica". Ora invece in un certo senso è un regista: "E' vero, coordino anche 20-30 inchieste. Da oltre 20 anni vivo in cattività, sempre scortato. E il mio rapporto con lo sport è atipico: mi 'alleno' zappando l'orto la domenica". Parla di calciatori con proprietà e competenza : "Una volta ero juventino, il mio idolo era Anastasi, quanti sogni mi ha regalato. Ora non tifo più, i calciatori cambiano squadra addirittura a metà campionato: a me invece piacciono le bandiere". Ma un ultimo regalo ai campioni del calcio lo chiede: "Il mio auspicio è che i bambini rimangano folgorati per la Nazionale a Rizziconi, che i bimbi trovino lo scatto d'orgoglio per innamorarsi di esempi puliti e vincenti. Gattuso, Buffon e gli altri nazionali possono salvarli. Gattuso ha grande seguito, é un modello positivo: partito dal basso in Calabria, con grinta e determinazione è risultato un modello positivo. E poi é molto vicino ai giovani non solo nel firmare gli autografi, ma proprio in maniera concreta. Per gli adulti invece non c'é speranza: mi interessa poco, ormai le scelte di campo sono state fatte, chi è onesto è onesto, chi no giocherà sempre per la squadra del Male".

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