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    Giudici di pace in agitazione: 10 giorni di sciopero

     

     

    Giudici di pace in agitazione: 10 giorni di sciopero

    10 nov 11 Dieci giorni di sciopero, dal 21 novembre al 2 dicembre, il massimo consentito dal codice di autoregolamentazione. E' la protesta dell'Unione dei giudici di pace contro "la situazione di precarietà" della categoria e "le gravissime disfunzioni" dei loro uffici che porteranno "nei prossimi mesi alla completa paralisi e all'impossibilità di garantire l'assolvimento dei compiti istituzionali". Nel mirino c'é anche l'atteggiamento "illegale" del ministro Palma nei confronti della categoria. Lo stop di 10 giorni riguarderà tutta l'attività dei giudici di pace: le udienze civili e penali, i decreti ingiuntivi, la fissazione delle udienze per sanzioni amministrative e tutti i provvedimenti riguardanti gli immigrati clandestini. I giudici di pace tornano così a denunciare la "situazione di grave illegalità del trattamento della categoria, che richiede la rinnovabilità dei mandati fino a 75 anni e le tutele previdenziali, retributive e ordinamentali previste dalla Costituzione". Ma anche "l' assoluta insufficienza del personale amministrativo in servizio" nei loro uffici e l' "irrazionale distribuzione dei giudici sul territorio, con enormi differenze dei carichi di lavoro" . E avvertono:"senza la normalizzazione e la legalizzazione della condizione della magistratura di pace, con 700 giudici di pace già in scadenza definitiva del mandato il 31 dicembre prossimo, ed i restanti 1600 giudici di pace in scadenza nei successivi 2 anni, si arriverà nei prossimi mesi alla completa paralisi degli uffici". Quanto a Palma, il suo Dpr sulla rideterminazione delle piante organiche dei giudici di pace è "in aperta violazione della delega ricevuta dal parlamento"; il ministro,accusa l'Unagipa, "sta tentando di riaprire incostituzionali procedure concorsuali di nomina di nuovi giudici in un numero doppio rispetto a quello dei giudici in servizio e con un consistente e ingiustificato aumento dei costi che graveranno sull'Erario dello Stato".

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