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    Indagati usavano beni confiscati, custode revocato

     

     

    Indagati usavano beni confiscati, custode revocato

    09 nov 11 Gli imprenditori Pietro e Nunzio Bungaro entravano ed uscivano di "continuo" dalle sedi delle società e usavano le auto, anche di grossa cilindrata, che erano state sequestrate loro in quanto prestanome del principale indagato in un'inchiesta della dda milanese su una joint-venure tra narcotrafficanti, mafia e 'ndrangheta, E.P. Cosi', per non aver controllato e gestito il patrimonio 'bloccato', il custode giudiziario dei beni "per gravi violazioni" è stato revocato dal Tribunale di Milano. - I due imprenditori edili erano i titolari della Edil 2000 e della Pieredil, la prima un'impresa edile e la seconda società di intermediazione immobiliare, che insieme a un rilevante numero di appartamenti e mezzi e auto, anche di lusso e alcune in leasing, sono state poste sotto sequestro a dicembre dell'anno scorso quando, nell'ambito di un'operazione congiunta tra polizia e gdf, vennero eseguite 49 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Dalle indagini coordinate dal pm della dda milanese Paola Biondolillo (aveva ereditato il fascicolo dalla collega Rossana Penna, trasferita a Trapani), le due società sarebbero servite per fare transitare e reimpiegare i proventi derivati dal narcotraffico gestito da un'associazione, ben inserita nel tessuto milanese, in 'rapporti d'affarì con noti boss mafiosi (i Lo Piccolo) e i referenti delle 'ndrine come Salvatore Muia e Francesco Musitano e il figlio. E proprio durante il processo a Muia, ai due Musitano, ai boss Luigi Bonanno e Ugo Martello e ad altre 16 persone, e' venuta a galla la vicenda del libero accesso da parte dei Bungaro alle due società e all'uso, come se nulla fosse di alcune auto, tra cui una Bmw, che vennero sequestrate e che costituiscono una grossa fetta dell'ingente patrimonio a cui circa un anno fa vennero messi i sigilli. Infatti lo scorso 28 ottobre il presidente della settima sezione penale del Tribunale, Aurelio Barazzetta, ha letto in aula un'ordinanza con cui, su richiesta del pm Biondolillo, ha revocato Francesco Novelli, nominato lo scorso 18 dicembre "custode dei beni sequestrati, con compiti di conservazione patrimoniale e gestione societaria". Compiti ai quali il commercialista "non ha mai provveduto" in quanto, come si legge nel provvedimento, non ha redatto - eccetto una relazione sulla Edil 2000 con l'elenco dei beni mobili e immobili già noti - "alcuna relazione particolareggiata sulla consistenza dei beni (...)come pure sullo stato delle attività aziendali". In più uno dei pochi atti di Novelli è stata la proposta, cassata da pm e gip come "assolutamente inopportuna", di "stipulare contratti di progetto" con i Bungaro, nonostante siano indagati, "nell'ottica di una riorganizzazione della gestione aziendale", delle due società a loro sequestrate. Nonostante questa indicazione "contraria" è stato accertato - anche con fotografie - che i fratelli Bungaro "hanno avuto continuo accesso alla sede della società" e che hanno usato i "mezzi" di proprietà o in leasing della Edil 2000 e della Pieredil. Ora per evitare che tutto ciò si ripeta e per avere lo stato economico e patrimoniale dei beni sequestrati, il Tribunale ha nominato un nuovo custode.

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