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    Stato di agitazione dei lavoratori Terme di Guardia Piemontese

     

     

    Stato di agitazione dei lavoratori Terme di Guardia Piemontese

    08 nov 11 "Perché solo le Terme Luigiane sono state penalizzate nella ripartizione del tetto di spesa complessivo regionale per l'anno 2011, pari a 6 milioni di euro per l'assistenza termale?". E' quanto si chiedono, in un documento nel quale si dichiarano "esasperati e sofferenti" i lavoratori dello stabilimento pronti a dichiarare lo stato di agitazione. "Delle sei Stazioni Termali presenti in Calabria soltanto alle Terme Luigiane - prosegue il testo - non è stata confermata la produzione dell'anno 2010, anzi sono stati ulteriormente sottratti circa 250.000 euro. Da tenere conto che le Terme Luigiane rappresentano circa il 50% del Termalismo in Calabria con un indotto stimato superiore al 33% sul fatturato. Per la prima volta, dalla nascita delle Terme Luigiane, la stagione è terminata il 31 ottobre, con grande disappunto della clientela". "Vergogna. Si parla tanto - prosegue il testo - di sviluppo turistico della Calabria, di risollevare le sorti di questa 'amara terra' e invece sembra proprio che le realtà positive che ancora resistono vengono prese d'assalto dalla politica e dalle istituzioni. Come si può volere lo sviluppo della Calabria se si costringe un'azienda a chiudere anzitempo e a licenziare 250 lavoratori stagionali, negando pure a tantissime persone che provengono da altre regioni la possibilità di usufruire delle cure Termali? Le cure Termali non possono essere considerate, per la miopia dei politici, un costo. Esse rappresentano, invece, un'opportunità per lo sviluppo turistico, anche fuori stagione, e consentono di attrarre rilevanti flussi di turisti anche da altre regioni". "Gli stipendi - conclude il documento - non vengono corrisposti dall'azienda, perché la stessa non riesce a riscuotere dall'Asp né gli arretrati degli anni precedenti, che ammontano a oltre 1,5 milioni di euro, né le somme relative al fatturato del 2011. I lavoratori delle Terme Luigiane non ne possono più e se non vedranno tutelati i propri diritti dichiareranno lo stato di agitazione, riservandosi di attuare azioni di protesta presso gli organi competenti"

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