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    Operazione Imelda, 31 arresti nella Piana

     

     

    Operazione dalla Finanza contro narcotraffico, sequestrati armi munizioni e droga, 31 arresti nella Piana

    10 mar 11 La Guardia di Finanza sta eseguendo 31 arresti in una vasta operazione antidroga che partendo dalla Calabria interessa tutta Italia e altri Paesi. L’operazione, denominata ‘Imelda’, ha svelato i canali di approvvigionamento della droga che dal Sud America giungeva in Italia. Al centro dei traffici le cosche di ‘ndrangheta di San Luca e Gioia Tauro. Alcuni arresti sono stati eseguiti anche a Duisburg, in Germania. Le indagini sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati numerosi chili di cocaina. Secondo gli inquirenti l’organizzazione gestiva un traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Nel corso delle indagini e’ emersa un’alleanza tra le cosche Nirta-Strangio di San Luca e Ascone-Bellocco della Piana di Gioia Tauro. Le indagini della Guardia di Finanza sono iniziate nel 2006 e sono state coordinate dalla Dda di Reggio Calabria.

    --- Operazione Imelda, Guarda il servizio TV

    I finanzieri hanno individuato i canali di approvvigionamento della droga che dal Sudamerica arrivava nei Paesi del nord dell’Europa per poi essere spacciata in Italia. Gli investigatori hanno sequestrato complessivamente 23 chili di droga. Cinque delle 31 persone destinatarie dell’ordinanza di custodia cautelare sono state arrestate nella zona di Duisburg, in Germania, dove il giorno di Ferragosto del 2007 fu compiuta la strage in cui furono uccise sei persone nell’ambito della faida di San Luca tra i Pelle-Vottari ed i Nirta-Strangio.

    Gli arresti: Le 31 persone arrestate dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'operazione Imelda contro i componenti di un'organizzazione di trafficanti internazionali di droga sono: Antonio, Michele, Vincenzo e Rocco Ascone, di 57, 32, 31 e 58 anni; Laurentiu Doru Lorenzo Avram (33), romeno; Umberto Bellocco (28); Gioacchino e Nicola Bonarrigo, di 27 e 47 anni; Pasquale Calderone (34); Sergio Carretta (51); Antonio Costadura (37); Domenico Codespoti (61); Giuseppe Fabrizio (37); Salvatore Giorgi (37); Beniamino Marras (39); Carmine Murdaca (54); Aldo Nasso (26); Vincenzo Perri (31); Bruno Pisano (28); Bruno Pizzata (52); Giuseppe Pizzata (31); Giancarlo Polifroni (37); Filippo e Sebastiano Rechichi, di 28 e 51 anni; due omonimi, Antonio Romeo, di 54 e 41 anni; State Stelian (61), romeno; Francesco Stilo (50); Francesco Strangio (45); Antonio Vottari (26), e Giuseppe Romeo (50). Per tutti è stata disposta la custodia cautelare in carcere ad eccezione di Giuseppe Romeo, che ha avuto gli arresti domiciliari.

    Sequestarti beni per 5 mln. Beni per cinque milioni di euro sono stati sequestrati dai militari della Guardia di Finanza nell'ambito dell'operazione 'Imelda' che stamani ha portato all'arresto di 31 persone. I beni, tra cui immobili ed automobili di grossa cilindrata, appartengono ad esponenti delle cosche dei Nirta-Strangio e degli Ascone-Bellocco e sarebbero stati acquisiti attraverso i proventi di un ingente traffico di droga con il Sudamerica. I finanzieri hanno avuto una stretta collaborazione con la polizia tedesca che ha monitorato l'attività dei componenti delle cosche presenti in Germania. Nel corso delle indagini i militari della Guardia di finanza hanno anche individuato e sequestrato numerose armi, tra cui nove pistole con silenziatori e munizioni. Le indagini della guardia di finanza sono state dirette dal procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, e dal sostituto Marialuisa Miranda.

    DDA: Un fronte comune contro la ndrangheta. ''L'operazione Imelda è frutto di un lavoro comune, minuzioso, tra le forze di polizia e della magistratura di Italia, Germania, Belgio e Olanda. Siamo orgogliosi di questa collaborazione che testimonia la volontà acquisita di importanti Paesi europei di fare fronte comune contro la 'ndrangheta ed il narcotraffico''. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, incontrando i giornalisti insieme al procuratore aggiunto, Nicola Gratteri; al funzionario del Bka tedesco, Lutz Neumann, ed ai vertici regionali della Fiamme Gialle. "Quattro anni di indagini in Europa e Centroamerica - ha aggiunto Pignatone - per ricostruire uno dei passaggi principali del traffico internazionale di cocaina, coordinato da un personaggio di spicco della 'ndrangheta di San Luca come Bruno Pizzata, capace di interloquire con i piu' noti narcotrafficanti colombiani per preparare lo sbarco in Europa della cocaina". Secondo Gratteri, "l'operazione da un lato conferma l'alta professionalità della Guardia di finanza e, dall'altro, certifica la centralità della ndrangheta nel traffico di cocaina, a cui fanno riferimento, per approvvigionarsene, anche potenti clan siciliani e campani. Bruno Pizzata si muoveva fino a venti giorni fa, prima del suo arresto in Germania, da un capo all'altro dell'Atlantico, con assoluta tranquillità. A Bogotà, preferiva alloggiare nel quartiere delle ambasciate, dove incontrava gli emissari dei 'cocalero' locali, i coltivatori di foglia di coca. Pizzata, inoltre, trattava solo cocaina pura al 99%, quindi doppiamente raffinata, cristallina, a scaglie, che, giunta in Europa, a Milano, veniva tagliata con altre sostanze fino a quattro volte la quantità originaria, con intuibili, ingentissimi, guadagni per il crimine organizzato". A Milano la Guardia di Finanza ha anche individuato il 'trasportatore locale' dell'organizzazione, un azienda di trasporti che distribuisce prodotti di case di moda".

    Il rito di iniziazione per diventare narcotrafficanti. C'era una sorta di rito di iniziazione per fare il corriere della droga ed è emblematica a tale proposito una conversazione ambientale intercettata sull'automobile di Bruno Pizzata, il latitante coinvolto in numerose operazioni anti-'ndrangheta, da tempo rifugiatosi in Germania, in cui tenta di convincere un uomo, poi identificato in un sardo di 27 anni, dei vantaggi del trasportare cocaina. Pizzata: "io per te miro ad un altro lavoro... nel frattempo lo facciamo se non iniziamo". Uomo: "é rischioso". Pizzata: "... non voglio che lavori qua tu quello che mi interessa a me è che tu faccia i viaggi... che lavori con i viaggi, devono vederti come un ragazzo pulito. Il primo viaggio che fai devi farlo solo per andare lì e farlo provare, un pacco... un pacco". Uomo: "ne vale la pena?". Pizzata: "se non ne vale la pena tu che pensi che... il secondo turno poi ci prepariamo... comunque ti posso dire che tra una settimana, dieci giorni dovremmo iniziare". Uomo: "a me più lavoro mi dai è meglio è... che mi servono soldi". Pizzata: "a me interessa che tu ti fai il lavoro con la massima cautela... il lavoro al 100%... tu lì non hai problemi... quando arrivi nella zona devi avere tutto sotto controllo perché ti aspettano i miei a ritirare, loro ti portano in un appartamento o hotel, che sono amici nostri, mangi, ti rilassi e il giorno dopo riparti... l'Italia tu non hai problemi per fare la strada... la prima volta si fa trovare la staffetta...". Uomo: "ma un ragazzo o una ragazza fai venire?". Pizzata: "non è che viene con te... la prima volta ti va avanti ti fa strada.., che andate a rischiare in due... uno deve rischiare... se ci sono problemi - fermati a prendere un caffé!, in dieci giorni spero che possiamo dare inizio al lavoro e tre o quattro volte al mese... come tu prendi il malloppo vedi che ti senti meglio". Uomo: "se vale la pena che rischio lo faccio certamente, te l'ho detto anche l'altra volta". Pizzata: "devi pensare che il minimo che ti becchi... ogni viaggio, nel giro di un mese 12.000 euro... se lavoriamo con il minimo... 12.000 euro devi lavorare un anno in pizzeria, se lavori con il dovuto criterio fai 30/35/40.000 euro, dipende come va a noi vai tu, più noi lavoriamo più noi guadagni, noi siamo organizzati bene, a me interessa la tua guida, se hai resistenza nella guida perché il viaggio è lungo, tu solo guidare devi, guarda io pure con questa macchina dove dovevo andare in 20 ore sono lì, proprio ad andare tranquillo, io questa macchina l'ho fatta lavorare, questa proprio questa e chi ci andava, andava tranquillo e tornava tranquillo". Uomo: "conosci bene Oberhausen? "

    Narcotraffico gestito da latitanti. Era gestito da alcuni latitanti al'estero il traffico internazionale di droga stroncato dalla Guardia di finanza, su direttive della Dda di Reggio Calabria, che ha portato all'arresto di 31 persone nell' ambito dell'operazione Imelda. Proprio per coprire la latitanza dei capi che gestivano il traffico l'organizzazione aveva creato basi operative e logistiche all'estero che avevano lo scopo di garantire la loro condizione di irreperibilità. Promotori del traffico internazionale di droga sarebbero stati, secondo quanto è emerso dalle indagini, Antonio e Michele Ascone, di 57 e 32 anni, padre e figlio; Bruno Pisano (28) e Umberto Bellocco (28) e Michele Ascone, che per organizzare l'arrivo in Italia di consistenti partite di cocaina avrebbero utilizzato i loro collegamenti con Belgio, Germania e Olanda e con la zona del Milanese. In quest'ultima area avrebbero svolto un ruolo di rilievo altre due persone coinvolte nell'operazione, Sergio Carretta, di 51 anni, e Rocco Ascone (58), cugino di Antonio, già arrestato nell'operazione Crimine. Il dato significativo enmerso dall'indagine è l'alleanza strategica tra le cosche della Locride (Nirta-Strangio-Pizzata) e quelle della Piana di Gioia tauro (Ascone-Bellocco) sfruttando le amicizie tra i vecchi capicosca. Un altro esponente delle cosche che avrebbe svolto un ruolo di rilievo nel traffico di droga è Bruno Pizzata, di 55 anni, già coinvolto in altre operazioni contro la 'ndrangheta e latitante da molti anni. Pizzata si e' rifugiato da tempo in Germania e vive nella cittadina di Oberhausen, a pochi chilometri da Dyusiburg. Sarebbe stato lui a gestire i rapporti con i fornitori peruviani, colombiani e venezuelani che garantivano all'organizzazione le forniture di droga. Pizzata curava anche l'arruolamento dei "corrieri" cui affidare il trasporto della droga. Nel corso dell'indagine è stata molto stretta la collaborazione tra la Dda di Reggio Calbria e la Procura di Duisburg, così come tra gli investigatori dei due Paesi. I beni per cinque milioni di euro sequestrati consistono in dieci immobili, tra terreni e fabbricati; 14 automezzi; tre ditte individuali e numerosi conti corrente e polizze vita.

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