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    Processo Why Not, teste: "Solleciti per aiutare Tesi"

     

     

    Processo Why Not, teste: "Solleciti per aiutare Tesi"

    04 mar 11 Varie sollecitazioni giunsero ai vertici di Fincalabra affinche' intervenisse per aiutare la societa' Tesi, coinvolta nell'inchiesta Why not su presunti illeciti nell'attribuzione di finanziamenti pubblici. A dirlo e' stato stamani l'ex direttore generale di Fincalabra, Francesco Antonio Tucci, deponendo al processo in corso davanti al Tribunale di Catanzaro nel quale sono imputate 27 persone, tra le quali ex assessori ed ex consiglieri regionali. Tucci ha ripercorso la storia della societa' Tesi, che secondo l'accusa avrebbe ottenuto illecite percezioni di fondi della Regione Calabria, dal momento della sua fondazione alle crisi economiche vissute successivamente. Alla domanda del pm Eugenio Facciolla se ci sono state segnalazioni di tipo politico per interventi a favore di Tesi, di cui Fincalabra era socio di minoranza, Tucci ha riferito che in alcune occasioni, in presenza di sue rimostranze al consiglio di amministrazione di Fincalabra su decisioni da lui non condivise, gli era stato risposto che venivano dalla Presidenza della Giunta, all'epoca guidata da Giuseppe Chiaravalloti, del centrodestra. ''Decisi di parlare direttamente con Chiaravalloti - ha detto il teste - il quale mi disse che di Tesi non sapeva niente e che dell'argomento di occupava Franco Morelli'', all'epoca capo di gabinetto della Presidenza della Giunta regionale e imputato nel processo per abuso d'ufficio, delitti contro la pubblica amministrazione e truffa, proprio in relazione alla vicenda Tesi. ''Con Morelli - ha proseguito Tucci - non ho mai parlato direttamente non stimandolo perche' mi aveva fatto una cattiva impressione nel primo incontro che avevo avuto con lui in merito alla costituzione di un'altra societa''' Il teste ha poi ricordato che Fincalabra aveva una quota minoritaria in Tesi, cosi' come prescritto dalla legge, ma che questa quota divento' successivamente di maggioranza per contribuire al salvataggio della societa' in crisi dopo l'acquisto delle azioni del socio privato per una cifra di 400 milioni di lire, che, secondo Tucci, non era congrua. La proposta, ha aggiunto il teste, fu fatta dall'allora presidente della Fincalabra, Antonio Gargano, anche lui imputato nel processo.

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