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    Stato di agitazione lavoratori presidi ospedalieri di Lungro e Mormanno

     

     

    Stato di agitazione per i lavoratori dei presidi ospedalieri di Lungro e Mormanno

    28 mag 11 La storia si ripete. I venticinque lavoratori occupati nei servizi di pulizia presso i presidi ospedalieri di Lungro e di Mormanno, dipendenti dell’azienda Gsa Srl, sono stati nuovamente costretti a dichiarare lo stato d’agitazione, preludio di forme di lotta più eclatanti come lo sciopero. Anche questo mese, infatti, non si sono visti pagate le loro legittime spettanze riferite al mese di aprile. A dare notizia della dichiarazione dello stato d’agitazione è il segretario generale comprensoriale della Filcams Cgil Pollino - Sibaritide - Tirreno, Vincenzo Laurito, il quale, con una lettera, ne ha informato il Prefetto di Cosenza, il rappresentante della Gsa Srl, Bruno Martorano, il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, il direttore sanitario del presidio ospedaliero di Lungro, Camillo Mancioli, e il direttore sanitario del presidio ospedaliero di Mormanno, Marilena Morano. “La Filcams, facendosi interprete del disagio e del malumore dei lavoratori dipendenti dell'azienda GSA Srl e occupati nei servizi di pulizia presso i Presidi Ospedalieri di Lungro e Mormanno, si vede costretta, ancora una volta, - scrive Laurito nella lettera - a esternare il proprio rammarico e disappunto per il mancato pagamento della mensilità di aprile, nonostante venerdì scorso, 20 maggio, il titolare della Gsa Srl aveva assicurato l’immediato pagamento delle spettanze. Così, purtroppo, non è stato. Nonostante i tentativi esperiti per via telefonica per acquisire informazioni sul mancato pagamento - evidenzia Laurito - a tutt’oggi la Gsa non ci ha dato alcuna risposta. L’impegno disatteso - sottolinea il segretario generale comprensoriale - ha ulteriormente agitato gli animi, già esasperati, dei lavoratori, costretti ogni mese a subire forti ritardi sul pagamento della mensilità. Questi lavoratori - rimarca Laurito - hanno un contratto di lavoro part time al 45%, pari a 3 ore di lavoro giornaliero e la maggior parte di essi risulta essere monoreddito e capofamiglia e perciò non economicamente in grado di provvedere alle necessità quotidiane, per se e per la propria famiglia”. Ciò premesso - conclude Laurito - comunichiamo lo stato di agitazione dei lavoratori interessati, in ossequio dell'articolo 2 comma 2 legge n. 146/90. La presente vale - ha precisato Laurito ai destinatari - come preavviso di sciopero le cui modalità, permanendo tale situazione, saranno comunicate successivamente così come previsto dalla normativa vigente”.

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