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    Blitz tra Calabria, Emilia e Veneto, 30 arresti per droga nella cosca Nirta-Strangio

     

     

    Blitz tra Calabria, Emilia e Veneto, 30 arresti per droga nella cosca Nirta-Strangio

    26 mag 11 I carabinieri di Bologna e dei Comandi provinciali di Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Ravenna, Forli', Rovigo e Reggio Calabria hanno eseguito una trentina di ordinanze di custodia cautelare e 59 perquisizioni domiciliari, disposte dal Gip Pasquale Gianniti su richiesta del procuratore aggiunto Massimiliano Serpi nei confronti di presunti appartenenti a una gang promossa prevalentemente da calabresi e collegati alle consorterie 'ndranghetiste 'Nirta-Strangio finalizzata al traffico di stupefacenti. Le operazioni hanno impegnato 250 militari del Comando Provinciale di Bologna e di altri Comandi dell'Emilia Romagna, del Veneto e della Calabria, supportate da 2 unità cinofile e da un elicottero del 13 Nucleo Elicotteri di Forlì.

    Trentadue persone arrestate, di cui 11 ai domiciliari, 90 indagati e 300 segnalati in Prefettura come consumatori di cocaina. Sono i numeri della maxi operazione 'Marte' che ha permesso ai carabinieri di Bologna, coordinati dal Pm Massimiliano Serpi e dalla Dda, di smantellare una gang dell traffico di droga. Un sodalizio criminale che aveva ai vertici uomini di San Luca sospettati di essere vicini alle 'ndrine Nirta-Strangio e che nel capoluogo emiliano poteva contare su una fascia intermedia di spacciatori incensurati che compravano all'ingrosso e poi rivendevano la droga al dettaglio. Ogni mese i calabresi rifornivano di cocaina Giuseppe D'Uva, un benzinaio del capoluogo emiliano già arrestato a gennaio in flagranza di reato, che poi smerciava la droga al distributore ai suoi clienti. I carabinieri hanno stimato almeno tre viaggi al mese per un totale di circa quattro chili. Tra gli acquirenti c'era di tutto: commercialisti, attori, medici, infermieri, avvocati e commercianti. Tutti filmati dai investigatori mentre facevano il pieno di benzina e cocaina. E registrati: "Da tutti i carabinieri sono ricercato, in tutte le caserme sono schedato, sono pericoloso non sono un bambino e ho gli artigli pronti come un lupo". Sono i versi de 'Il latitante', canzone che esalta le gesta dei 'malandrini' in fuga da 'sbirri e carabinieri'. Ed era la colonna sonora delle spedizioni bolognesi degli spacciatori calabresi arrestati. Ascoltavano proprio questa canzone quando sono stati fermati in auto nei pressi del distributore di benzina alla periferia di Bologna, una sorta di centrale dello spaccio dove si rifornivano decine e decine di clienti. La traccia finisce con le parole, quasi profetiche, "forza brigadiere che ti sto aspettando perché sono un uomo e sai che non mi spavento. Venite brigadiere a prendere la mia pelle". Tra i 32 destinatati delle ordinanze di custodia - nelle province di Bologna, Ferrara, Reggio Calabria e Rovigo, sette non sono andate a buon fine - quattro rispondono di associazione a delinquere, tutti gli altri di spaccio. Tra questi ultimi ci sono bolognesi titolari di discoteche, proprietari di pub, ristoranti e alberghi, accusati di smerciare droga per proprio conto ma non nelle rispettive attività commerciali. L'indagine é partita nell'ottobre del 2008 nel monitoraggio su possibili infiltrazioni mafiose nel territorio bolognese e si è sviluppata seguendo i "viaggi" a Bologna di Antonio Marte e Saverio Salvatore Pizzata, 30 e 41 anni, i Locri (Reggio Calabria). Per l'accusa erano i promotori e reclutavano i corrieri per le spedizioni di droga. Tra questi sono finiti in manette Armando Panetta, Maria Strangio, Fabio Rappazzo, Z.A. e G. P., entrambi albanesi. Tra gli acquirenti che poi spacciavano al dettaglio la cocaina sono stati arrestati Simone Dicarlo, Alessandra Barretta, Michele Lauro Ciaccio, Gianni Marseglia e Natale Surace. Alla rete di piccoli spacciatori secondo i Cc appartenevano inoltre: Dino Cané, Giuseppe Surace, Filippo Devita, Mariano Nisci, Massimo Baroni, Domenico Cavallo, Giosué Didio, Gianni Ginnasi, Gelsomino Armento, Marco Bottoni, Vincenzo Buchicchio, Salvatore Galifuoco, Antonio Maresca e Salvatore Piscedda. In tutto sono stati recuperati sei chili di cocaina. "E' stato stroncato un importante canale di traffico di droga, un meccanismo oliato che si serviva di una fascia intermedia di personaggi indispensabili per l'esistenza del consorzio criminale. Persone incensurate, con attività lavorative e un livello medio-alto di istruzione, che avevano messo in piedi una propria rete di spacciatori", ha commentato Valter Giovannini, procuratore aggiunto e portavoce della Procura di Bologna.

    La colonna sonora della ndrangheta. "Da tutti i carabinieri sono ricercato, in tutte le caserme sono schedato, sono pericoloso non sono un bambino e ho gli artigli pronti come un lupo". Sono i versi de 'Il latitante', una canzone di Angelo Furfaro che esalta le gesta dei 'malandrini' in fuga da 'sbirri e carabinieri'. Era questa la colonna sonora delle spedizioni bolognesi degli spacciatori calabresi arrestati dai carabinieri nella maxi operazione 'Marte'. Ascoltavano proprio questa canzone quando sono stati fermati in auto nei pressi di un distributore di benzina alla periferia di Bologna, una sorta di centrale dello spaccio dove si rifornivano decine e decine di clienti. La traccia finisce con le parole, quasi profetiche, "forza brigadiere che ti sto aspettando perché sono un uomo e sai che non mi spavento. Venite brigadiere a prendere la mia pelle".

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