Catanzaro, Prometteva posti di lavoro a disoccupati provando ad abusare di loro, titolare bar rinviato a giudizio

11 mag 11 Prometteva posti di lavoro in cambio di denaro a giovani disoccupati e, in alcune circostanze, avrebbe anche provato ad abusare di loro. Per questo il titolare di un bar situato nel quartiere Sala di Catanzaro, Nicola Paonessa, di 70 anni, è stato rinviato a giudizio con l'accusa di truffa e violenza sessuale ed il suo locale è stato sequestrato stamani dalla polizia su disposizione del gip. L'inchiesta, coordinata dal pm Carlo Villani e condotta da personale del Commissariato della polizia di Catanzaro Lido, ha evidenziato una serie di truffe perpetrate tra il 2006 ed il 2010 ai danni di giovani avventori del bar, situato proprio di fronte all'Ufficio di collocamento, ad una trentina di giovani. Paonessa, secondo l'accusa, dopo aver individuato fra gli avventori i più bisognosi, li avvicinava, si interessava ai loro problemi personali ed economici e offriva loro di lavorare alle sue dipendenze proponendo allettanti condizioni economiche. Poi, con la promessa di un'imminente sistemazione chiedeva il versamento di somme di denaro che andavano dai 200 ai mille euro col pretesto che servivano per avviare le pratiche per l'assunzione e per le visite mediche necessarie, cui spesso le vittime si sono effettivamente sottoposte in laboratori di analisi risultati del tutto estranei. Una delle vittime ed i suoi familiari hanno pagato complessivamente quattromila euro. Nel corso delle indagini, è emerso anche che l'uomo avrebbe indotto alcuni ragazzi ad avere rapporti sessuali dietro pagamento di somme di denaro e, in altri casi, li avrebbe palpeggiati. Durante le indagini è stata sequestrata documentazione ritenuta utile al prosieguo delle indagini, anche per risalire ad ulteriori probabili vittime. Stamani, in occasione del sequestro, nel bar sono stati trovati due giovani, un maschio ed una donna che da un paio di mesi il primo e da quindici giorni la seconda, lavoravano nel bar senza essere retribuiti. I due, anzi, avevano consegnato a Paonessa tra 200 e 300 euro.