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    Parte il processo alla ndrangheta, in Lombardia

     

     

    Parte il processo alla ndrangheta, in Lombardia. Presente ex direttore Asl Pavia

    11 mag 11 Sono passati meno di 10 mesi dal 13 luglio scorso, quando gli oltre 300 arresti della maxi operazione 'Crimine-Infinitò delle Dda di Milano e Reggio Calabria svelarono la potenza della 'ndrangheta e soprattutto la sua capacita' di infiltrazione nel mondo economico e istituzionale lombardo. E già si è arrivati a un processo, che si è aperto oggi con la prima udienza, a carico di 39 presunti affiliati alle cosche radicate nel capoluogo lombardo e nei comuni vicini. La prima è stata solo un' udienza tecnica per la costituzione delle parti e la stesura di un calendario, ma nella maxi-aula della Corte d'Assise d' Appello di Milano una parte della società civile ha voluto lanciare un messaggio contro la presenza mafiosa in Lombardia, spesso trascurata. Lo hanno fatto i ragazzi di 'Ammazzateci tutti' che hanno accompagnato in Tribunale gli studenti di un liceo milanese. E lo stesso segnale di presenza lo hanno voluto mandare alcune associazioni antimafia lombarde, come 'Qui Lecco libera'. Dal punto di vista giudiziario, la sorpresa è stata l' ingresso nel processo milanese, con al centro il reato di associazione mafiosa, della Regione Calabria, che si è presentata come "parte offesa" e che nella prossima udienza (fissata per il 14 giugno) chiederà di costituirsi parte civile, come il Ministero dell'Interno e della Difesa e forse anche Banca d'Italia, indicata dall'accusa come "parte offesa". Ma a stupire ancora di più lo stesso legale dell'amministrazione regionale calabrese, l'avvocato Luigi Gullo, è stata l'assenza nel processo della Regione Lomabardia, i cui avvocati non si sono presentati. "Ma la Lombardia non c'é?", ha domandato l'avvocato ai cronisti, spiegando che "in Calabria è routine costituirsi parte in questi processi e con le condanne abbiamo anche avuto milioni di euro di risarcimenti". "Non abbiamo bisogno di lezioni - ha replicato l'avvocatura della Regione Lombardia -: tra le politiche di contrasto alla criminalità organizzata la Regione ha recentemente approvato una vera e propria legge e ora non mancheremo di costituirci parte civile nell' udienza del 14 giugno". Anche i Comuni che intendono costituirsi parti civili e che oggi hanno mandato i loro avvocati sono solo due: Bollate, nel Milanese, e Pavia. Mentre, caso raro nei processi di mafia, una vittima di episodi di estorsione e usura, il costruttore edile Augusto Agostino, rappresentato dall' avvocato Carmelo Scambia, vuole essere parte civile contro la cosca della 'ndrangheta di Legnano, nell'alto milanese. Le indagini 'Infinito' della Dda di Milano, guidata da Ilda Boccassini (presente in aula assieme al pm Alessandra Dolci) avevano infatti individuato una quindicina di 'locali' della 'ndrangheta sparse per Milano e dintorni, che puntavano anche agli appalti dell'Expo 2015. Vennero arrestati in 174 in Lombardia e la Procura di Milano chiese e ottenne il giudizio immediato. Più di una decina hanno già patteggiato, mentre in 119 verranno giudicati con rito abbreviato a partire dal 9 giugno prossimo. Oggi in aula dentro le gabbie, assieme a un' altra trentina di imputati, c'era anche quel Carlo Chiriaco, ex direttore della Asl di Pavia, che i magistrati hanno definito una "figura inquietante e paradigmatica" di amministratore pubblico in contatto con esponenti mafiosi. C'era l'imprenditore milanese Ivano Perego della Perego Strade, anche lui in carcere, mentre mancava Giuseppe 'Pino' Neri, che era a capo della 'Provincia' lombarda, struttura di vertice della mafia calabrese al nord. "Non posso sopportare lo stress del viaggio e dell' udienza, prima della seduta di dialisi a cui mi devo sottoporre", ha comunicato ai giudici dell'ottava sezione penale.

    Processo senza TV. Le telecamere delle televisioni non sono state ammesse all'interno del Palazzo di Giustizia di Milano, dove stamani e' iniziato il processo alle cosche della 'ndrangheta che vede alla sbarra 39 presunti affiliati alla mafia calabrese coinvolti nell'inchiesta 'Infinito' che lo scorso luglio ha portato ad oltre 170 arresti nella sola Lombardia, sradicando il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nell'economia e nelle istituzioni lombarde. Le televisioni erano state in un primo momento ammesse all'interno del Palazzo di Giustizia, ma poi le forze dell'ordine hanno ordinato agli operatori televisivi di uscire dal tribunale, perché la Procura generale di Milano non ha ancora rinnovato i permessi per entrare nel Palazzo, scaduti il 30 aprile scorso. Proprio oggi si dovrebbe tenere una riunione della Commissione manutenzione del Palazzo di Giustizia che dovrà dare un parere sull'accesso di telecamere e fotografi per riprendere i processi, ma poi sarà la stessa Procura generale a dover decidere. Dunque, al momento, il processo alla 'ndrangheta radicata a Milano e nell'hinterland comincerà senza la possibilità di filmare l'udienza. L'udienza di oggi dovrebbe essere tecnica, per la costituzione delle parti e la stesura di un calendario.

    Presente ex direttore Asl Pavia Chiriaco. E' presente anche l'ex direttore della Asl di Pavia Carlo Chiriaco nella maxi-aula della prima Corte d'Assise e d'Appello di Milano, dove sta per cominciare il processo alle cosche della 'ndrangheta radicate nel capoluogo lombardo e nei comuni limitrofi e che vede imputate 39 persone, tra cui lo stesso Chiriaco. L'ex direttore della Asl di Pavia, finito in carcere nella maxi-operazione della Dda di Milano del luglio scorso, è seduto nella gabbie per i detenuti della maxi-aula assieme a molti altri imputati. Secondo l'accusa, Chiriaco sarebbe stato una "figura inquietante e paradigmatica" di amministratore pubblico in contatto con esponenti mafiosi. In un'intercettazione agli atti dell'indagine, Chiriaco si vantava di essere un capo della "'ndrangheta a Pavia''

    Regione Calabria parte civile. La Regione Calabria attraverso il suo legale, l'avvocato Luigi Gullo, intende costituirsi parte civile nel processo milanese contro le cosche della 'ndrangheta dove sono imputate 39 persone. Stamani il legale della Regione Calabria si e' presentato come 'persona offesa' dei reati di associazione mafiosi contestati ai presunti affiliati della 'ndrangheta nel capoluogo lombardo e nei comuni limitrofi. In aula, si e' presentato anche l'avvocato dello Stato, Michele Damiani, per le persone offese, Ministero dell'Interno e della Difesa. Le richieste di costituzione di parte civile verranno formulate nella prossima udienza e poi discusse fra le parti e poi i giudici della VIII Sezione penale decideranno se ammettere le parti civili.

    Assente Regione Lombardia: "Ma la Regione Lombardia?". Così l'avvocato Luigi Gullo, legale della Regione Calabria, che intende costituirsi parte civile nel processo milanese alle cosche della 'ndrangheta, ha manifestato il suo stupore con i cronisti per l'assenza degli avvocati della Regione Lombardia, che non hanno ritenuto di presentarsi in qualità di 'persona offesa' nel processo. "In Calabria - ha spiegato l'avvocato - è routine costituirsi parte civile nei processi alla 'ndrangheta e in alcuni processi abbiamo ottenuto anche milioni di euro come risarcimento dopo le condanne''.

    Regione Lombardia: non abbiamo bisogno di lezioni: "Non abbiamo bisogno di lezioni: tra le varie politiche di contrasto alla criminalità organizzata la Regione Lombardia ha recentemente approvato una vera e propria legge e ora non mancheremo di costituirci parte civile nell' udienza del 14 giugno". Lo dice l' avvocatura dell'ente in risposta alle dichiarazioni del legale della Regione Calabria, Luigi Gullo, che al processo contro le cosche della 'Ngdrangheta apertosi oggi a Milano si e' chiesto il perché la Lombardia non si sia costituita parte civile. "Regione Lombardia - prosegue la nota dell' avvocatura - non é stata individuata quale parte offesa e non ha quindi ricevuto alcuna notifica e per questo non era nelle condizioni di costituirsi parte civile. Il rinvio dell' udienza e una nuova legge regionale pubblicata la scorsa settimana consentono ora la sua costituzione". "L'impegno della Regione Lombardia - si legge ancora nella nota - esiste da sempre ed è testimoniato dall' approvazione della legge n.9 del 3 maggio scorso concernente 'Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto della criminalità' al cui art. 8 è previsto che "La Regione può costituirsi parte civile nei processi contro la criminalità organizzata per atti di particolare rilevanza e allarme sociale verificatisi nel proprio territoriò". "Le polemiche sul grado di mafiosità tra i diversi territori - conclude la nota - non aiutano di certo il contrasto alla criminalità organizzata, ma serve collaborazione tra pubbliche amministrazioni e le loro avvocature. Mafia e 'ndrangheta non sono nate in Lombardia, noi ne siamo vittima e per questo non mancheremo di costituirci parte civile''

    Comune Pavia Parte Civile. Il Comune di Pavia chiedera' di potersi costituire parte civile nel processo alle cosche della 'ndrangheta, radicate a Milano e nei comuni limitrofi, al via oggi in tribunale a Milano e nel quale sono imputate 39 persone delle oltre 170 che vennero arrestate nel luglio scorso nella maxi-operazione 'Infinitò della Dda milanese, guidata da Ilda Boccassini. "E' importante essere presenti nel processo, quando in realtà territoriali sono presenti questi fenomeni di infiltrazione", ha spiegato l'avvocato Gianluigi Tizzoni, che rappresenta l'amministrazione comunale pavese. Tra gli imputati oggi a processo c'é infatti anche l'ex direttore della Asl di Pavia Carlo Chiriaco che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato "elemento di raccordo tra alti esponenti della 'ndrangheta lombarda'' e alcuni "esponenti politici". Stando alle indagini, inoltre, Chiriaco, finito in carcere nella maxi-operazione, avrebbe anche procurato "voti della 'ndrangheta a favore di candidati in occasione di competizioni elettorali comunali e regionali''. A processo c'é anche Giuseppe 'Pino' Neri, che era a capo della 'locale' della 'ndrangheta di Pavia, nonche' capo della struttura di vertice della 'ndrangheta in Lombardia.

    Nel processo alle cosche della 'ndrangheta che è cominciato oggi a Milano, dopo il maxi-blitz di luglio scorso che ha portato ad oltre 180 arresti in Lombardia, si sono presentati come 'persone offese' che intendono costituirsi parti civili solo gli avvocati di due comuni lombardi, quello di Bollate, nel Milanese, e quello di Pavia. Gli avvocati dei due comuni si sono presentati in quanto ritengono che le due amministrazioni interessate abbiamo subito danni dalla presenza delle cosche della 'ndrangheta nel territorio milanese e dell'hinterland. Tra le 'persone offese dai reati il procuratore aggiunto Ilda Bocassini e il pm Alessandra Dolci, che erano presenti in aula, hanno indicato anche la Banca d'Italia, ma la notifica del decreto che ha disposto il processo è arrivata all'Avvocatura dello Stato invece che all'ufficio legale di Banca d'Italia. Dunque, la notifica verrà effettuata nuovamente e nella prossima udienza i legali di Banca d'Italia potranno decidere di presentarsi per chidere di essere parte civile nel processo.

    Tra parti civili c'è vittima estorsione. C'é anche una presunta 'vittima di episodi di estorsione e di usura che intende costituirsi parte civile nel processo milanese cominciato oggi e che vede imputate 29 persone, coinvolte nella maxi-operazione della dda di Milano del luglio scorso contro le cosche della 'ndrangheta radicate a nord. Oggi in aula infatti si è presentato l'avvocato Carmelo Scambia, che rappresenta il costruttore edile Augusto Agostino, che sarebbe stato vittima di due episodi di usura ed estorsione da parte di un presunto affiliato alla cosca di Legnano, nel Milanese. Come ha spiegato l'avvocato Scambia la richiesta di costituzione di parte civile per Agostino viene formulata contro la stessa cosca della 'ndrangheta di Legnano. Tra coloro che intendono costituirsi parte civile nella prossima udienza e che oggi si sono presentati come 'persone offesé, ci sono anche i legali delle curatele fallimentari di alcune società, tra cui la Perego General Contractor, la Perego Strade e la Perego Holding. Tra gli imputati infatti figura Ivano Perego che, secondo l'accusa, sarebbe stato un imprenditore 'al soldo' della 'ndrangheta.

    Presenti i ragazzi di Ammazzateci tutti. Sono arrivati in tribunale a Milano anche i giovani dell'associazione 'Ammazzateci tutti' per assistere al processo alle cosche della 'ndrangheta, che vede imputate 39 persone ritenute affiliate alla mafia calabrese e coinvolte nella maxi-operazione del luglio scorso della Dda milanese che ha portato ad oltre 170 arresti. Assieme ai giovani esponenti dell'associazione, presieduta in Lombardia da Massimo Brugnone, ci sono anche i ragazzi del liceo artistico milanese di Brera. I giovani indossano le caratteristiche magliette con su scritto 'E adesso ammazzateci tutti'. Inoltre per assistere al processo sono arrivati anche i rappresentanti di alcune associazioni antimafia lombarde, come 'Qui Lecco Libera'

     

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