Bomba a PG Reggio, chiesto annullamento arresti - Nuova Cosenza Quotidiano Digitale

Bomba a PG Reggio, chiesto annullamento arresti

10 mag 11 L'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare è stata chiesta al Tribunale del riesame di Catanzaro dai difensori di tre delle quattro persone arrestate il 15 aprile scorso quali mandanti ed esecutori degli attentati compiuti lo scorso anno contro la Procura generale di Reggio Calabria e l'abitazione del procuratore generale Salvatore Di Landro e delle intimidazioni al procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone. Il ricorso discusso oggi riguarda il boss Luciano Lo Giudice, il presunto armiere della stessa cosca, Antonio Cortese, e Vincenzo Puntorieri, legato a Cortese. I tre sono stati chiamati in causa dal boss Antonino Lo Giudice, fratello di Luciano, che dopo avere iniziato a collaborare con gli inquirenti, si è autoaccusato di essere il mandante della strategia della tensione del 2010 a Reggio chiamando in causa gli altri tre. I legali dei tre imputati, secondo quanto si è appreso, hanno puntato i loro interventi essenzialmente sul fatto che a loro dire le dichiarazioni di Antonino Lo Giudice sarebbero carenti da un punto di vista oggettivo e soggettivo. All'udienza ha partecipato il pm della Dda di Catanzaro Salvatore Curcio che, invece, ha ribadito l'attendibilità delle dichiarazioni del collaboratore. Secondo l'accusa, gli attentati, compiuti il 3 gennaio ed il 26 agosto, e l'intimidazione a Pignatone con il ritrovamento, avvenuto il 5 ottobre, di un bazooka a poche centinaia di metri dalla sede della Dda, rientravano in una strategia voluta dai fratelli Luciano ed Antonino Lo Giudice, come una sorta di vendetta contro magistrati e forze dell'ordine per gli arresti e gli ingenti sequestri di beni subiti dalla cosca. E' stato lo stesso Antonino Lo Giudice, con le sue dichiarazioni, a delineare il quadro.