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    Dispersione sacolastica ridotta di un ottavo nel Mezzogiorno

     

     

    Dispersione sacolastica ridotta di un ottavo nel Mezzogiorno

    08 mag 11 In Italia la dispersione scolastica nella scuola statale a fine ciclo tra il 2007 e il 2010 si è ridotta, rispetto a tre anni prima, del 2,2%, passando dal 33 al 30,8% (mentre un ulteriore 23% di studenti arriva al diploma di istruzione secondaria superiore con uno o più anni di ritardo). Il dato, positivo, è contenuto nel secondo Rapporto sulla qualità nella scuola di Tuttoscuola. Lo studio evidenzia come la dispersione scolastica al Sud (Campania, Basilicata, Calabria, Puglia) è elevatissima: complessivamente non arriva al diploma in quelle Regioni il 30,3% degli studenti che cinque anni prima avevano iniziato le superiori. Ma al Nord Ovest si perde per strada il 32,1%. Tre anni prima erano entrambe al 34% (34,9% nel Nord Ovest, 34,3% al Sud). Quindi nel Mezzogiorno c'è stato un miglioramento maggiore: la dispersione nel quinquennio delle superiori in quelle quattro Regioni si è ridotta quasi di un ottavo rispetto alla fotografia scattata tre anni prima. Una parte di quei giovani continua a studiare nella scuola non statale o nei percorsi di istruzione e formazione professionale (circa 70 mila, si stima, dei 190 mila dispersi ogni anno nella scuola statale), mentre gli altri, ben 120 mila, abbandonano completamente lo studio. Una stima confermata dai dati Eurostat della Commissione europea, da cui emerge che il 19,7% dei 18-24enni italiani è in possesso al massimo della licenza media: cioè appunto circa 120 mila ragazzi per ogni classe di età. Se però si analizzano gli abbandoni dopo il primo biennio delle superiori, si nota come questi aumentano in tutta Italia, ad eccezione del sud. E ci sono alcuni dati impressionanti: a Como c'è una dispersione doppia che a Bari; negli istituti tecnici il tasso di abbandono è dell'1,9% a Matera, e del 30,1% a Novara.

    I dati sugli abbandoni scolastici dopo il primo biennio delle superiori rivelano un trend inaspettato. A dirlo è Tuttoscuola nel 'Secondo rapporto sulla qualita' nella scuolà. E dunque per Tuttoscuola la dispersione, dopo i primi due anni delle superiori, è in controtendenza (a livello nazionale la dispersione scolastica nella scuola statale a fine ciclo si è ridotta del 2,2%), essendo aumentata, tra il 2007 e il 2010, di oltre un punto percentuale. I dati raccolti evidenziano che alla fine del 2007 avevano abbandonato dopo il biennio in 95 mila, pari al 15,4%, mentre a fine 2010 i dispersi dopo il biennio delle superiori sono stati 103 mila, pari al 16,7%. E ciò è avvenuto nonostante sia stato nel frattempo introdotto il nuovo obbligo scolastico relativo, appunto, ai primi due anni delle superiori. L'aumento è su tutti i tipi di scuola: licei (dall'11 all'11,4%), tecnici (dal 15 al 16,6%), professionali (dal 22,3 al 24%). C'è quindi un segnale che la piaga della dispersione scolastica abbia ripreso ad allargarsi, almeno al termine dei primi due anni dopo la licenza media. Aumenta dappertutto a partire dal Nord, meno che al Sud, dove alla fine del biennio si è ridotta dal 16,7 al 16,2%. Per Regione: è aumentata in Lombardia (+0,4%), Piemonte (+2,6%), Liguria (+3,4%), Emilia Romagna (+2,6%), Veneto e Friuli Venezia Giulia (+1,6%), in tutte le Regioni del Centro (+1,5% in media), nonché in Sicilia (+1,3%) e Sardegna (con un macroscopico +10,4%, passando dal 14,3 al 24,7%). Diminuisce in Calabria (-0,9%), in Basilicata (-1,3%) e in Puglia (-1,4%), cioè in tutte le Regioni del Mezzogiorno, esclusa la Campania in cui è rimasta attestata ad un preoccupante 20%, ma comunque nell'analisi del trend non è in aumento. Per effetto di queste tendenze la mappa della dispersione in Italia, misurata alla fine del primo biennio delle superiori, è cambiata: le isole restano la maglia nera con il 23,3%, il nord ovest sorpassa il sud (17,6% verso 16,2%), poi il centro (14,5%) e infine il Nord Est, area con il minor tasso di dispersione (12,7%). L'analisi di Tuttoscuola evidenzia che a Como c'è una dispersione doppia che a Bari (21,7 rispetto a 10,8%); a Lecco è due volte e mezza quella di Cosenza (20,9% rispetto a 8,1%), a Bergamo (19,1%) è quasi il triplo che a Frosinone (7,5%). E scendendo a livello di tipo di scuola, gli estremi sono ancora più lontani: alla fine del biennio degli istituti professionali a Perugia il tasso di abbandono è dell'1,6% (1,3% a fine 2007), a Novara del 46,8%. Alla fine del biennio iniziale degli istituti tecnici a Campobasso si ritirano l'1,8% dei ragazzi (1,5% nel 2007), a Novara - che ha anche qui il record negativo nazionale - il 30,1% (23,2% nel 2007). Nei licei delle grandi città il tasso di dispersione dopo i primi due anni è del 16,2% a Milano, del 14,6% a Roma e dell'11,4% a Napoli. Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha affermato nei giorni scorsi che in questi anni sono stati coinvolti in iniziative contro la dispersione scolastica un milione e 139 mila studenti.

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