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    Smantellata dalla Questura di Cosenza la banda del bancomat: 5 arresti

     

     

    Smantellata dalla Questura di Cosenza la banda del bancomat: 5 arresti. Gestivano anche prostitute

    07 mag 11 Avevano messo su una centrale per taroccare bancomat e clonare e rintracciare cellulari e radio trasmittenti così 5 bulgari sono stati arrestati dalla Questura di Cosenza per aver violato in concorso le disposizioni normative a protezione della sicurezza dei sistemi telematici, nonché induzione alla prostituzione e riduzione in schiavitù. In manette sono finiti Vladimir Slavov – Svart, 48 anni; Manol Kostadinov, 57 anni; Dilever Beykirov, 56 anni; Evgeniy Georgiev, 40 anni; Stefan Yordanov Sabotinov, 52 anni. I cinque erano tutti all’interno di un anonimo appartamento di Sibari.

    Le indagini. Quando hanno fatto irruzione personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. Castrovillari e del Reparto prevenzione Crimine Calabria Settentrionale hanno trovato dinanzi ai loro occhi una vera e propria centrale telematica. Su alcuni tavoli alcuni personal computer in azione, programmi per l’elaborazione di dati già lanciati. Tutto intorno decine di schede cellulari, di radio-mobili, scanner per il rintraccio frequenze, micro camere, apparecchiature per la rilevazione dati da installare in postazioni ATP e già predisposte per la cattura dei dati riservabili attribuibili alle carte di credito bancomat. Fra l’altro presente una borsa contenente arnesi di vario genere atti allo scasso, nonché un ascia ed una baionetta con una lama di cm 30. Nelle altre stanze pacchi di fazzolettini carta e scatole di preservativi. Nei pressi dell’abitazione perquisite anche alcune autovetture con targa bulgara riconducibili a soggetti presenti in casa. Nell’appartamento presenti anche alcune ragazze Bulgare O.S. cl 83 Z.A.cl 93 e P.R. cl 82 in uno stato di evidente soggezione psicologica che non senza difficoltà riuscivano a manifestare in uno difficoltoso dialogo avuto con i poliziotti in inglese.

    Lo sfruttamento delle donne: In Questura, una volta rintracciato un interprete, le donne vincendo la paura iniziavano il racconto della loro storia iniziata solo qualche giorno prima con una partenza in auto dalla Bulgaria nella certezza e speranza di trovare un lavoro in Calabria anche in qualche esercizio commerciale. Giunte a Sibari la situazione improvvisamente cambiava quando il capo del gruppo presente nell’abitazione ove trovato alloggio faceva capire loro che la situazione era cambiata e che il loro destino era necessariamente quello di prostituirsi. A loro iniziale rifiuto immediate le minacce nei loro confronti di non tornare vive in Bulgaria ove avrebbero rischiato anche i familiari che ancora erano lì. Nel minacciarle gli consegnava scatole di preservativi intimandogli che non si sarebbero potute allontanare dall’appartamento non senza essere accompagnate da uno dei componenti della banda e non prima d’aver lasciato le schede dei loro cellulari.

    Dovevano trasferirle a Roma come schiave. Nel corso della lunga escussione effettuata dai poliziotti della Squadra Mobile, e prolungatasi per l’intera nottata , emergevano dettagli allarmanti in ordine anche ad un viaggio pianificato proprio nei giorni successivi che avrebbe interessato la più giovane delle ragazze. La destinazione sarebbe stata la Capitale dove gli uomini della banda avrebbero dovuto vendere la dona ai componenti di un imprecisato gruppo criminale lì operante nel settore della prostituzione. Lì la ragazza si sarebbe dovuta prostituire.

    Bancomat e skimmer. Al termine del racconto ed acquisiti sufficienti elementi i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Cosenza decidevano di arrestare i cinque bulgari responsabili in concorso fra loro d’aver violato le disposizioni normative previste dall’articolo 55 comma 9 del Decreto legislativo nr 231-2007 in materia di alterazione carte abilitate al credito consistitenti nel compimento di attività funzionali alla realizzazione di iniziative destinate alla cattura telematica dei codici riservati di carte Bancomat ricavati mediante l’utilizzo delle apparecchiature informatiche c.d. skimmer - di cui al separato verbale di sequestro – e funzionali alla realizzazione di prelievi non autorizzati con addebito a carico del titolare del conto corrente al quale associato il bancomat clonato con conseguente indebito arricchimento in favore dei soggetti sopra indicati, nonché responsabili in concorso di aver tentato, con violenza e minaccia, l’induzione alla prostituzione di per aver tentato in concorso di ridurre in schiavitù la più giovane delle ragazze presenti in casa.

    Sequestarte le auto. Oltre il materiale tecnico sono state sequestrate le auto e l’appartamento dato in locazione da un cittadino italiano che escusso a sommarie informazioni ha rappresentato la sua posizione di assoluta estraneità. Stante quanto dichiarato dalle donne, peraltro, nella tempistica d’arrivo in Calabria coerente con il dichiarato del proprietario dell’appartamento (ed essendo emersi precisi profili di responsabilità penale in capo ai nominati in oggetto indicati a cui, a vario titolo, contestabili le illecite condotte sopra meglio precisate, si procedeva all’arresto dei citati soggetti che nella circostanza hanno inteso tutti nominare Dopo le formalità di rito gli arrestati sono stati condotti presso la locale Casa Circondariale di Cosenza ed Casa Circondariale di Castrovillari e posti a disposizione dell’A.G. del Tribunale di Castrovillari .

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