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    “Ragazzi in gamba”. In finale a Chiusi i ragazzi dell’AFD di Castrovillari

     

     

    “Ragazzi in gamba”. In finale a Chiusi i ragazzi dell’AFD di Castrovillari

    06 mag 11 Sono arrivati in finale, per la seconda volta, i ragazzi dell’AFD - Associazione Famiglie Disabili di Castrovillari e del CAD - Centro Appoggio Diurno con lo spettacolo di danza movimento terapia “Metamorfosi” a cura di Tilde Nocera presentato a Lamezia Terme, presso il Teatro Grandinetti, nell’ambito della rassegna “Ragazzi in gamba” lo scorso 29 aprile. Ora devono partire alla volta di Chiusi per le finali nazionali di fine maggio. “Ragazzi in gamba” è una rassegna di teatro, musica, canto, danza, folklore, poesia, pittura, scultura, cinema, arte varia, rivolta alle scuole di ogni ordine e grado del territorio nazionale, ma anche gruppi artistici extrascolastici. È promossa da un’associazione di Chiusi (SI) che si chiama “Ragazzi in gamba” ed ha il patrocinio del Ministero per la Pubblica Istruzione. Scopo della manifestazione è di promuovere tra i giovani l’arte e la creatività all’interno di un percorso educativo finalizzato alla valorizzazione della persona. Il presentatore e giornalista Marco Fè ha messo in evidenza il valore creativo dell’opera e soprattutto l’elemento pedagogico - educativo che ha favorito l’espressione delle parti emotive dei protagonisti. Gli incontri dei ragazzi diversamente abili con la maestra Tilde Nocera durano da anni e sono finalizzati, non solo a trovare il senso catartico che un movimento artistico può dare, ma soprattutto a superare il disagio attraverso il dialogo dei gesti e dello sguardo, incrementando la capacità di esprimere emozioni. Lo spettacolo, come un viaggio, ha emozionato gli spettatori, coinvolgendoli in percorsi coreografici simbolici. Nulla è stato lasciato al caso: la scelta del colore bianco dei costumi e degli oggetti di scena per rappresentare la purezza, la luce, il principio, l’immenso e la bellezza così come il bianco delle piume a simboleggiare il candore e la leggerezza. Le maschere bianche sui volti mettono in discussione il senso dell’identità personale e sociale, ridando valore alla dignità umana; il corpo danzante nella sua unicità trae patrimonio dalla personale diversità, creando forme artistiche ed armoniose. In questo spettacolo le coreografie giocano con l’energia, la densità, la flessibilità, la ritmicità, donando e lasciando nello spettatore il dono dello stupore, della gioiosa meraviglia e la disabilità non è più limite, ma infinita risorsa.

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