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    Abusa di una sedicenne, giovane arrestato a Lamezia

     

     

    Abusa di una sedicenne, giovane arrestato a Lamezia

    05 mag 11 Un giovane di 19 anni, F.G., è stato fermato dai carabinieri a Lamezia Terme con l'accusa di violenza sessuale ai danni di una sedicenne, vittima anche di lesioni e atti persecutori. La vicenda, che si è protratta per cinque mesi, è stata scoperta dopo che la sedicenne ha rivelato le violenze subite ai genitori ed alla psicologa della scuola. La ragazza ha poi riferito i fatti anche ai carabinieri. F.G., secondo l'accusa, ha anche rivolto minacce alla sedicenne, sia attraverso sms che direttamente, riferendo che avrebbe ucciso lei ed i suoi genitori se avesse respinto le sue avance. In un'occasione il diciannovenne si sarebbe recato anche nella scuola frequentata dalla sedicenne e l'avrebbe minacciata dopo averla costretta ad appartarsi con lui in un bagno. Nell'occasione il giovane avrebbe anche rivolto minacce ad un operatore scolastico che era intervenuto in difesa della ragazza. L'ultimo episodio risale allo scorso mese di marzo, quando F.G. si sarebbe reso responsabile di atti di libidine ai danni della sedicenne, tenuta ferma nell'occasione da due ragazzi marocchini amici del ragazzo.

    Un vero e proprio incubo ha vissuto una giovane di sedici anni di Lamezia Terme, durato a lungo, ben 5 mesi, fino a quando non ha trovato la forza ed il coraggio di confidarsi con i genitori e con la psicologa della scuola, che l’hanno convinta infine di denunciare il tutto ai Carabinieri. Un incubo fatto di messaggi e telefonate minacciose, ricatti, pedinamenti ed appostamenti nei pressi dei luoghi frequentati dalla giovane, aggressioni verbali e fisiche, per essere vittima, in ultimo, in due occasioni, anche di due “braccaggi” compiuti dal molestatore che dopo averla bloccata e portata a forza in un luogo appartato, con la complicità di altri due giovani, l’ha palpeggiata in più parti del corpo baciandola a forza. Recarsi a scuola per la ragazza era diventato ormai un peso, ed ogni giorno era vissuto con il terrore di trovarsi quel giovane infatuato di lei nei corridoi dell’istituto o all’uscita ad attenderla. La drammatica vicenda ha avuto inizio nel mese di novembre del 2010. Il giovane, ossessionato dalla ragazza, al fine di vincere la resistenza di lei appostagli all’intrattenimento di una relazione sentimentale, ha cominciato a perseguitarla per oltre due settimane minacciandola che se avesse continuato a respingerlo avrebbe ammazzato la sua famiglia e anche lei. La giovane, intimorita dal ragazzo, noto già tra i coetanei per i suoi trascorsi violenti e per la sua proclività a delinquere, veniva costretta a cedere alle pretese di frequentarla, e nel mese di dicembre, durante uno dei frequenti convulsi incontri, nel tentativo di avere rapporti fisici con lei e di baciarla con la forza, la scaraventava a terra per la resistenza dalla stessa oppostagli, picchiandola con calci, pugni, schiaffi e tirandola per i capelli, fino a procurale un ematoma alla coscia destra. Dopo tale episodio, la giovane, nel tentativo di sottrarsi dalla morsa del ragazzo, nel gennaio del 2011 gli inviava un sms nel quale gli comunicava la fine della relazione. Il giovane, a tale messaggio, reagiva in maniera inferocita, portandosi dinanzi al liceo frequentato dalla ragazza e invitandola ad uscire con un messaggio dai toni minacciosi “o esci tu di tua spontanea volontà oppure entro io e ti faccio uscire a modo mio e come dico io”. La ragazza, terrorizzata e nell’intenzione di evitare situazioni plateali ed imbarazzanti, usciva dalla classe. Dietro la porta dell’aula c’era già il giovane che, afferrandola per un braccio e tirandola con forza fino ai bagni dell’istituto, con toni minacciosi, la avvertiva che doveva essere solo sua, intimandole di non uscire di casa e di non frequentare più le amiche, colpevoli, a suo dire, dell’interruzione della relazione sentimentale. Nell’occasione, minacciava di morte anche un operatore scolastico intervenuto in soccorso della ragazza in lacrime, sfidandolo anche quando questi, nel tentativo di far desistere il giovane e di farlo allontanare, lo avvertiva che erano in arrivo i Carabinieri. Dopo alcuni giorni, nel mese di febbraio, mentre la giovane, in compagnie di una sua amica era intenta a passeggiare per la fiera del paese, veniva raggiunta da un emissario complice del ragazzo che, in tono minaccioso, le riferiva “Sai chi mi manda. A buoni intenditori poche parole. Mi raccomando bella bella se no ti spezzo le gambe”, continuando poi a pedinarla durante la sua passeggiata. Per i pedinamenti, inoltre, il ragazzo si serviva successivamente e reiteratamente anche di alcuni giovani di etnia rom presenti con una consistente comunità a Lamezia Terme. Dopo l’ennesimo rifiuto della ragazza, il giovane, minacciandola che avrebbe fatto irruzione all’interno della sua abitazione, la costringeva ad uscire di casa, fuori della quale la attendeva, e dove, afferratale per un braccio, le strappava di dosso il giubbino minacciando ancora di morte i suoi genitori. Dopo di che, il giorno seguente, in compagnia di due suoi complici di origine marocchina, si recavano nuovamente presso l’istituto scolastico della giovane, dove avvicinavano le sue amiche minacciandole che qualora avessero ancora tentato di convincere la ragazza di interrompere la loro relazione, le avrebbero fatto del male. Infine, nel mese di marzo, l’ultimo episodio raccapricciante. All’uscita della scuola, il giovane in compagnia di uno dei due ragazzi marocchini, sorpresa ancora una volta la ragazza, la afferrava trascinandola in un luogo appartato dove, mentre il complice la teneva ferma, lui la baciava a forza mordendola in più parti del corpo. Quest’ultimo episodio, seguito dopo soli due giorni, dall’ennesima irruzione a scuola del giovane che totalmente in preda all’ira ingaggiava uno scontro verbale con il personale dell’istituto che richiedevano nuovamente l’intervento delle forze dell’ordine, inducevano la giovane a interrompere gli studi ed a cercare ospitalità presso l’abitazione di alcuni parenti temendo ulteriori situazioni di pericolo, nonché a confidare il tutto ai genitori e alla psicologa della scuola, ed infine denunciare il dramma vissuto ai Carabinieri. Pronte le investigazioni dei militari, che raccolte tutte le testimonianze hanno riferito l’esito degli accertamenti alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme che, in considerazione dei gravi fatti esposti, della pericolosità del soggetto e della possibilità del reiterarsi dei reati, ha il giorno stesso emesso un provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti del giovane a firma del Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Domenico Galletta. Contestualmente hanno deferito in stato di libertà due dei complici allo stato identificati, uno dei quali minorenne. Il giovane, fermato nella tarda serata di ieri, è stato tradotto presso il Carcere di Lamezia Terme.

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