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    Omicidio a Catanzaro, imputato confessa delitto

     

     

    Omicidio a Catanzaro, imputato confessa delitto

    27 lug 11 Ha confessato di essere l'autore dell'omicidio di Nicola Duro, ucciso a Catanzaro il 17 giugno 2010, Antonio Passalacqua, uno dei cinque imputati nel processo per il delitto del giovane che si sta svolgendo davanti al gup di Catanzaro. Passalacqua, di 20 anni, aveva chiesto di essere interrogato nei giorni scorsi ed oggi si è assunto ogni responsabilità, scagionando i coimputati, chiedendo scusa alla famiglia della vittima e dicendosi pentito. La sua versione, però, è stata accolta con scetticismo dal pm Simona Rossi e dall'avvocato di parte civile, Valerio Murgano, che nel corso dell'interrogatorio hanno fatto domande per evidenziare quelle che a loro avviso sono state le incongruenze del racconto di Passalacqua. Nel processo sono imputati anche Ornella Bevilacqua, ed il marito, Donato Passalacqua, genitori di Antonio; Samuele Pezzano e Domenico Romagnino. Secondo l'accusa, Duro sarebbe stato ucciso per una vendetta trasversale nei confronti della sua fidanzata, con la quale doveva sposarsi. Il nipote minorenne della donna aveva avuto una relazione extraconiugale con la figlia di Passalacqua che era rimasta incinta. A causa di questa relazione il marito aveva deciso di lasciare la donna ed il minorenne aveva deciso di non sposarla nonostante aspettasse un figlio. La famiglia Passalacqua, secondo l'accusa, avrebbe quindi deciso di uccidere Duro per punire la famiglia della sua convivente. Passalacqua oggi ha detto di avere sparato contro Duro perché arrabbiato con lui per avere accompagnato il minorenne agli appuntamenti con la sorella, ma non ha fornito particolari su come si sia procurato l'arma. Inoltre ha detto che voleva solo colpirlo alle gambe e che non voleva ucciderlo, aggiungendo di non ricordare se abbia sparato anche mentre Duro stava cadendo a terra. Il processo è stato rinviato al 31 ottobre per la requisitoria del pm. Per l'omicidio, nel febbraio scorso, è già stato condannato a dodici anni di reclusione un minorenne di sedici anni.

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