Baby squillo dell'operazione Flesh market rimase in cinta ma fu costretta ad abortire - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Baby squillo dell'operazione Flesh market rimase in cinta ma fu costretta ad abortire

27 lug 11 E' rimasta incinta in uno dei rapporti avuti a pagamento ed è stata costretta ad abortire una delle baby-squillo coinvolta nel giro di prostituzione minorile portato alla luce, nelle scorse settimane, dai carabinieri a Corigliano Calabro nell'ambito dell'operazione "Flesh market" (Mercato della carne). A rivelarlo è stata la stessa minore, L.F.M., ai magistrati della direzione distrettuale di Catanzaro che hanno disposto un accertamento tecnico, non ripetibile, per rilevare il profilo genetico di tutte le persone arrestate nell'operazione dello scorso 28 giugno per poi confrontarlo con il profilo genetico del feto placentare appartenuto alla minore. Dalle indagini sulla vicenda è emerso che i clienti delle giovanissime prostitute facevano sesso, spesso dietro il pagamento di pochi euro o per semplici regalie, senza utilizzare il profilattico. Lo scorso 28 giugno, nel corso dell'operazione, vennero arrestate 16 persone, molti professionisti e insospettabili, tra Corigliano Calabro, Cassano Ionio, Rende e Rossano per i reati di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione minorile. A questi si è aggiunto adesso in veste di indagato anche E.S., un rappresentante delle forze dell'ordine operante nella zona del coriglianese. Il gip di Catanzaro Tiziana Macrì ha anche disposto una serie di udienze per sentire L.F.M. e un'altra minore V.M. anche per il riconoscimento degli accusati da parte delle vittime.