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    Audizioni antimafia a Torino

     

     

    Audizioni antimafia a Torino

    25 lug 11 Le ondate di arresti degli ultimi mesi, i legami con la politica, le infiltrazioni nel tessuto economico piemontese: sono gli argomenti che affronta la Commissione parlamentare antimafia a Torino, dove, nei saloni della Prefettura sono cominciate stamani le audizioni con i vertici di magistratura e forze dell'ordine. La delegazione della Commissione, presieduta da Beppe Pisanu, ha convocato il prefetto Alberto Di Pace, il questore Aldo Faraoni, il capocentro della Dia, Gianantonio Tore, e i comandanti provinciali di Carabinieri e Guardia di finanza, Antonio De Vita e Giuseppe Gerli.

    Garavini: Dov'è la Lega? Per Laura Garavini, capogruppo Pd nella commissione Antimafia, ''é molto grave che nessun esponente della Lega sia presente oggi a Torino dove la Commissione Antimafia è impegnata in una serie di audizioni centrate sul tema delle infiltrazioni nel tessuto economico piemontese". "E' un'assenza - ha detto Garavini, oggi a Torino dopo sono in corso nella sede della Prefettura le audizioni con i vertici di magistratura e forze dell'ordine - di cui gli esponenti del Carroccio, a partire da Roberto Maroni, devono dar conto".

    Pisanu "Assenza Lega un puro caso". L'assenza dei componenti leghisti della Commissione antimafia alla seduta di Torino "mi sembra un puro caso": lo ha detto il presidente della stessa Commissione, Giuseppe Pisanu, durante una pausa dei lavori.

    Ndrangheta preoccupa. In Piemonte la 'ndrangheta e' "un fenomeno preoccupante", ma "la risposta di forze dell'ordine e magistratura è efficace" e soprattutto "la società civile piemontese rifiuta la cultura mafiosa": è il bilancio tracciato dal Presidente della Commissione parlamentare antimafia, Giuseppe Pisanu, nel corso delle audizioni svolte alla prefettura di Torino. "A Torino e provincia - ha spiegato Pisanu - la 'ndrangheta ha un radicamento fortissimo, tale da coprire il 90% delle attivita' delle organizzazioni di tipo mafioso. E tende ad estendersi anche al resto della regione". Per Pisanu, però, la società piemontese, da lui descritta come "civile e progredita", ha "tutte le risorse" per opporsi, agevolando il lavoro di inquirenti e investigatori. Pisanu, comunque, intravede ancora dei pericoli. "Le persone che versano in stato di bisogno, possono essere costrette a piegare la testa da minacce o intimidazioni; e le aziende in crisi possono essere sedotte da chi ha grandi liquidità e se ne approfitta con la scusa di offrire sostegni economici".

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