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    Tentano di estorcere licenze poker online, 3 arresti dei CC a Reggio Calabria

     

     

    Tentano di estorcere licenze poker online, 3 arresti dei CC a Reggio Calabria. Vittima sfuggì ad agguato

    21 lug 11 Tre persone ritenute affiliate a cosche della 'ndrangheta, sono state sottoposte a fermo dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria per aver cercato di imporre con la violenza e le minacce ad un imprenditore, gestore di una sala giochi autorizzata dal Monopolio, l'utilizzo di un sofisticato software per il poker on line. I provvedimenti sono stati emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio. L'estorsione, a cui la vittima si è ribellata collaborando con i carabinieri, segue, secondo quanto emerso dalle indagini, una serie di violenze e minacce poste in essere per convincerlo a cedere non solo la sua attività, ma anche le licenze per l'esercizio del gioco on-line. Oltre ai fermi, i carabinieri stanno eseguendo perquisizioni in diversi punti scommesse on-line di Reggio, nel corso delle quali è stato sequestrato numeroso materiale informatico.

    Pignatone "Imprenditori collaboriano". ''L'inchiesta di oggi dimostra, da una parte, la sofisticata capacità delle forze di polizia, in questo caso l'arma dei carabinieri, dall'altro, la pericolosità della criminalità organizzata e mafiosa nel condizionare ogni tipo di attività lucrativa, ricorrendo anche a mezzi estremi come il tentativo di omicidio". Così ha commentato il procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone, il fermo di tre persone, Gennaro Gennarini, 40 anni, originario di Melito Porto Salvo; Vincenzo Nettuno, 32 anni, di Reggio Calabria, e Terenzio Minniti, 27 anni, tutte legati da vincoli di parentela o di frequentazione con i Ficara-Latella, storica 'famiglia' mafiosa sotto il cui controllo ricade buona parte della periferia sud di Reggio Calabria e la Vallata del Valanidi. "Le indagini hanno avuto inizio - ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri, col. Pasquale Angelosanto - quando i titolari di un sito scommesse di Pellaro ricevettero la 'visita' del Gennarini che voleva loro imporre l'utilizzo di un software truffaldino nelle macchinette dei videopoker ospitate dentro la ricevitoria. Alla resistenza del titolare, il sig. Caminiti, il Gennarini si ripresentò accompagnato dal Nettuno e dal Minniti, minacciando gravissime ritorsioni". Il titolare della ricevitoria ed il figlio, nel febbraio scorso, sono stati fatti segno da numerosi colpi di pistola mentre si trovavano a bordo della loro automobile, per fortuna senza conseguenze fisiche. I carabinieri, grazie alla collaborazione delle vittime, sono riusciti ad attivare numerosi controlli audiovisivi all'interno della ricevitoria e filmare i vari episodi di minaccia ai danni dei titolari. "Colgo l'occasione - ha ribadito il Procuratore Giuseppe Pignatone - per un rinnovato appello a tutti gli operatori economici oggetto di minacce e pressioni affinché collaborino con le forze dell'ordine". Vincenzo Nettuno, uno dei tre fermati, è fratello di Letterio Nettuno, assassinato a sedici anni, dopo essere stato torturato, perché i Latella-Ficara lo ritenevano come uno dei responsabili dell'attentato al boss Giovanni Ficara 'u gioielleri', cognato del boss Giacomo Latella, raggiunto da un colpo di bazooka dentro il suo fuoristrada blindato.

    Vittima scampato ad agguato. E' scampato ad un agguato portato a termine poco tempo fa il titolare della sala giochi di Reggio Calabria a cui tre affiliati alla cosca Fiacara Latella volevano imporre l'utilizzo di un software particolare per il poker on line per poi costringerlo ad abbandonare l'attività. L'uomo è scampato all'agguato per puro caso. I proiettili sparati contro di lui, infatti, si conficcarono nell'auto sulla quale viaggiava senza però colpirlo. L'imprenditore, secondo quanto accertato dagli investigatori, nel tempo è stato vittima di numerosi danneggiamenti. Adesso, con l'accusa di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose sono state sottoposte a fermo tre persone, una delle quali cognato di Vincenzo Ficara, considerato uno dei capi dell'omonima cosca, e attualmente detenuto in regime di 41 bis.

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