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    Smaltivano rifiuti tossici, 18 indagati tra cui tecnici Provincia Vibo

     

     

    Smaltivano rifiuti tossici, 18 indagati tra cui tecnici Provincia Vibo

    20 lug 11 Un'organizzazione dedita al trasporto ed allo smaltimento illecito di rifiuti industriali tossici e pericolosi che operava tra Calabria, Puglia e Sicilia é stata scoperta e smantellata dalla guardia di finanza di Vibo Valentia che ha notificato 18 avvisi di conclusione indagine, due dei quali a dipendenti della Provincia di Vibo. Nel corso delle indagini, coordinate dal procuratore Mario Spagnuolo, i militari della Compagnia di Vibo hanno ricostruito la filiera che ha determinato l'illecito stoccaggio ed il successivo interramento a San Calogero di oltre 135 mila tonnellate di rifiuti pericolosi e tossici. I due tecnici della Provincia sono accusati di avere rilasciato autorizzazioni non conformi nei confronti della società sotto inchiesta, la "Fornace Tranquilla Srl", il cui titolare, Giuseppe Romeo, arrestato nel novembre 2009, secondo l'accusa aveva attestato falsamente, insieme ad altri componenti l'organizzazione, il recupero mai avvenuto dei rifiuti pericolosi che, di volta in volta, venivano inviati a San Calogero e interrati a ridosso di coltivazioni ad agrumi. Dalle indagini è emerso il coinvolgimento di varie società, calabresi e pugliesi, che si erano aggiudicate contratti per il trasporto, il recupero e lo smaltimento di fanghi altamente inquinanti e pericolosi di derivazione industriale composti da alte percentuali di nichel e vanadio, per importi di svariati milioni di euro, stipulati con una società nazionale leader nella produzione di energia elettrica. L'organizzazione stoccava illegalmente i rifiuti nello stabilimento della Fornace Tranquilla e solo sulla carta faceva figurare il recupero ed il reimpiego nel campo dell'edilizia, risparmiando così più di 18 milioni di euro. In seguito alle indagini, già da luglio 2010, il Prefetto di Vibo Valentia ha imposto la distruzione dei prodotti agricoli coltivati nelle vicinanze dell'area interessata. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico e all'illecito smaltimento di rifiuti pericolosi, disastro ambientale con conseguente pericolo per l'incolumità pubblica, avvelenamento di acque e di sostanze alimentari, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, e gestione non autorizzata dei rifiuti. Gli amministratori della Fornace Tranquilla sono accusati anche di evasione fiscale per il mancato pagamento del tributo per il deposito in discarica dei rifiuti solidi pari a 1,4 milioni di euro.

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