NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Estorsioni a costruttori, arrestato a Lamezia boss Giampà

     

     

    Estorsioni a costruttori, arrestato a Lamezia boss Giampà

    20 lug 11 Un'operazione della squadra mobile di Catanzaro è stata condotta per l'arresto di Giuseppe Giampà, ritenuto dagli investigatori il capo dell'omonima cosca di Lamezia Terme, e di altri tre esponenti di spicco della stessa consorteria di 'ndrangheta. I quattro sono accusati di estorsione aggravata dalla metodologia mafiosa ai danni di due imprenditori impegnati nella realizzazione di importanti complessi edilizi a Lamezia. Giuseppe Giampa', di 31 anni, è figlio del presunto boss Francesco, soprannominato "il professore". Le indagini che hanno portato all'arresto di Giuseppe Giampà, ritenuto il capo dell'omonimo clan di 'ndrangheta di Lamezia Terme, sono state avviate dalla polizia di stato a seguito di una serie di intimidazioni ed attentati compiuti in citta' e che avevano subito una recrudescenza negli ultimi tempi. Oltre a Giampà, figlio del presunto boss Francesco, soprannominato "il professore", gli agenti della squadra mobile di Catanzaro e del commissariato di Lamezia, hanno arrestato Angelo Torcasio, Domenico Chirico e Battista Cosentino. Tutti e tre sono considerati elementi di spicco della cosca Giampà. Le indagini sono state avviate autonomamente dalla polizia e solo in una seconda fase hanno potuto contare sulla collaborazione delle vittime.

    Obiettivo della DDA: Bonificare Lamezia. Bloccare sul nascere il tentativo di estorsione e, al tempo stesso, intervenire con rapidità su un territorio funestato, nell'ultimo mese, da tre omicidi togliendo dalla strada i capi cosca: sono questi i motivi che hanno spinto la Dda di Catanzaro ad emettere quattro provvedimenti di fermo per tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose a carico del presunto boss della cosca Giampà di Lamezia Terme, Giuseppe, e di altre tre persone ritenute ai vertici dell'organizzazione. A spiegarlo è stato il procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, incontrando i giornalisti insieme al questore Vincenzo Roca ed al capo della squadra mobile Rodolfo Ruperti. Un'indagine rapidissima, quella della mobile, che in tre giorni ha permesso di acquisire gli elementi a supporto dell'accusa, poi confermati dai due imprenditori vittime delle tentate estorsioni, nei confronti, oltre che di Giuseppe Giampà, figlio del boss Francesco, "il professore", anche di Angelo Torcasio (28), Battista Cosentino (47) e Domenico Chirico (29). Torcasio, che non appartiene alla famiglia omonima avversaria dei Giampà, tra l'altro, era ai domiciliari dopo essere stato arrestato, sempre per estorsione, in una precedente operazione. "Gli omicidi - ha detto Borrelli - imponevano un intervento su quella che è una cosca dominante, allontanando dal territorio quelli che sono gli esponenti apicali. A Lamezia c'é una criminalità dominante che condiziona tutti gli strati sociali e l'economica della città. Ormai tutte le principali attività sono in mano alle cosche. I fermi di oggi potranno essere utili per le indagini future coordinate dalla Dda che ha uno dei punti centrali del proprio lavoro proprio nel controllo della zona di Lamezia". I Giampà, è stato ricordato da Borrelli, insieme agli Iannazzo "sono la cosca dominante sul territorio lametino ed il fatto che le tre vittime di agguati registrate in un mese fossero tutti legati ai Torcasio, che è la cosca soccombente può significare che questi ultimi volevano rialzare la testa o che ci sia una resa dei conti definitiva anche per fatti del passato". Tra l'altro, a casa di Giampà, gli investigatori hanno trovato un giubbotto antiproiettile. I quattro fermati di stamani, comunque, non rispondono dei delitti ma solo delle tentate estorsioni. Ad indirizzare le indagini della mobile verso i quattro sono state le modalità delle richieste. In entrambi i casi, agli imprenditori, uno impegnato in lavori di ristrutturazione di un palazzo in piazza della Repubblica e l'altro nella costruzione di alcuni immobili, sono state fatte pervenire lettere contenenti proiettili e sono stati compiuti danneggiamenti. Dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali, gli investigatori sono risaliti ai fermati. Giampà, Torcasio e Cosentino, sarebbero stati gli autori di una tentata estorsione da 50 mila euro, 5.000 dei quali come prima tranche, mentre l'altra, non quantificata, sarebbe stata compiuta da Chirico a favore "di quelli della Montagna". Un'espressione che secondo gli investigatori potrebbe indicare le famiglie dei Cappello o degli Arcieri, che gravitano nell'ambito della criminalità lametina e abitanti nella zona conosciuta da tutti come "la montagna".

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     

 


    Facebook
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore