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    Rapporto Confindustria Cosenza su economia: Non è tracollo ma inerzia

     

     

    Rapporto Confindustria Cosenza su economia: Non è tracollo ma inerzia. In aumento disoccupazione

    17 lug 11 Non siamo dinanzi ad un tracollo ma prevale un'inerzia del sistema produttivo che impedisce di agganciare la fase espansiva del ciclo economico così come sta avvenendo in altre realtà del Paese. E' chiara la fotografia dell'economia calabrese che emerge dalle anticipazioni dello studio di Confindustria Cosenza "Non ancora fuori dalla crisi. Rapporto sull'economia calabrese 2010" (Collana studi&documenti, 2011). Dall'analisi curata da Sarino Branda, direttore dell'associazione provinciale degli industriali, si conferma, seppur con qualche timido segnale, la debolezza dell'export: nel 2010 in Calabria le esportazioni sono cresciute di appena lo 0,6% rispetto al 2009 (quando si registrò una caduta del 18%) mentre la vivacità imprenditoriale si rivela più contenuta (+0,75%). A preoccupare, però, è il trend occupazionale nell'ultimo biennio in netto peggioramento con l'occupazione che, nel terzo trimestre dell'anno raggiunge il minimo storico degli ultimi cinque anni. La Calabria conta nel 2010 in media 573 mila occupati, 13 mila in meno rispetto al 2009. A darne conto è il maggiore ricorso alla Cassa integrazione guadagni straordinaria. L'industria, nella regione, perde 8 mila addetti (-6,9%) accusando un contraccolpo della crisi ben più forte in termini relativi di quello, pure significativo, che si osserva a livello nazionale (-3%) e centro settentrionale (-2,4%). L'unico comparto che in Calabria mostra una congiuntura positiva dell'occupazione, e questa è una conferma, è l'agricoltura, dove gli occupati aumentano di 6 mila unità nel corso dell'anno. In generale, sempre nel 2010, il tasso di occupazione regionale è diminuito di circa un punto percentuale, passando dal 43,1 al 42,1. In Calabria, le persone in cerca di occupazione, i cosiddetti disoccupati in senso stretto, sono 3 mila in più rispetto al 2009 ed hanno raggiunto la soglia delle 78 mila unità. E allora: qual è la ricetta per cambiare pagina e concorrere alla ripresa economica dei nostri territori? "Pensare alla Calabria e al Sud - indica il curatore dello studio Sarino Branda nella prefazione - come ad un laboratorio di riferimento per le iniziative d'impresa attraverso una fiscalità di vantaggio che sia semplice, etica e che possa contare su una attivazione trasparente degli strumenti agevolativi. Una Calabria e un Mezzogiorno destinatari di politiche ed investimenti per la crescita del capitale umano: istruzione, conoscenze, competenze. Un sistema territoriale che sappia attrarre investimenti grazie a politiche integrate e di contesto che finanzino lo sviluppo e una Pubblica Amministrazione pronta ed attrezzata ad offrire un livello di servizio pari al resto del Paese". "Tutto questo - sostiene Branda - insieme ad un piano di modernizzazione teso alla realizzazione di infrastrutture regionali ed interregionali capaci di collegare il Sud al Nord dell'Italia ed all'Europa e che ponga particolare attenzione al rapido sviluppo delle infrastrutture immateriali quali la banda larga e le strutture di ricerca e sviluppo tecnologico, essenziali per i processi di innovazione. Le opzioni strategiche e le conseguenti azioni da intraprendere dovranno saper fornire risposte credibili ed affidabili rispetto alla necessità di operare momenti di discontinuità e di riposizionamento della politica fin qui seguita in materia economica e di sviluppo locale. Occorre recuperare la volontà di un protagonismo attivo e coinvolgente che porti a riaffermare il desiderio condiviso di voler concorrere a trainare lo sviluppo".

    Esportazioni cresciute appena dello 0,6% rispetto al 2009 e vivacità imprenditoriale più contenuta (+0,75%) in un quadro che segnala un'inerzia del sistema produttivo che non subisce un tracollo ma non riesce nemmeno ad agganciare la fase espansiva del ciclo economico che riguarda altre realtà del Paese. Sono due anticipazioni dei dati contenuti nello studio di Confindustria Cosenza "Non ancora fuori dalla crisi. Rapporto sull'economia calabrese 2010" che sarà presentato domani a Cosenza in occasione del convegno "Mezzogiorno/Calabria. Come uscire dalla crisi". Dopo l'introduzione dei presidenti di Confindustria ed Ance Cosenza, Renato Pastore e Natale Mazzuca, illustrerà il Rapporto sull'economia calabrese la professoressa Rosanna Nisticò che ne ha curato la stesura ed insegna Economia Politica all'Università della Calabria. Animerà la discussione l'economista e vice direttore dello Svimez Luca Bianchi mentre sarà il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti a trarre le conclusioni. Modererà i lavori il direttore di Confindustria Cosenza Rosario Branda che ha curato il rapporto. "Bisogna pensare alla Calabria e al Sud - afferma Branda nella prefazione al Rapporto - come ad un laboratorio di riferimento per le iniziative d'impresa attraverso una fiscalità di vantaggio che sia semplice, etica e che possa contare su una attivazione trasparente degli strumenti agevolativi. Una Calabria e un Mezzogiorno destinatari di politiche ed investimenti per la crescita del capitale umano: istruzione, conoscenze, competenze. Un sistema territoriale che sappia attrarre investimenti grazie a politiche integrate e di contesto che finanzino lo sviluppo e una Pubblica Amministrazione pronta ed attrezzata ad offrire un livello di servizio pari al resto del Paese. Occorre recuperare la volontà di un protagonismo attivo e coinvolgente che porti a riaffermare il desiderio condiviso di voler concorrere a trainare lo sviluppo"

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