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    Beni per 20 mln sequestrati alla ndrangheta a Roma, c'è anche il Caffè di Palazzo Chigi

     

     

    Beni per 20 mln sequestrati alla ndrangheta a Roma, c'è anche il Caffè di Palazzo Chigi

    05 lug 11 Immobili, società, attività commerciali per circa 20 milioni di euro, tra Roma, Ardea e Formello. E' in corso un maxisequestro ad opera degli agenti della Direzione investigativa antimafia di beni riconducibili alla 'ndrina dei Gallico di Palmi (Reggio Calabria). Nel corso dell'operazione, disposta dal Tribunale della capitale su disposizione della Procura nazionale antimafia, sono state sequestrate 18 società, tra cui 'L'antico caffé Chigì, nell'omonima piazza. Tra le società sequestrate nell'ambito dell'operazione, anche la holding del gruppò Adonis' con varie sedi a Roma tra i Parioli e il quartiere Coppedé, che a fronte di modesti redditi dichiarati aveva effettuato, in base a quanto accertato dalle indagini, operazioni per molti milioni di euro. Sequestrati anche un megayacht, una villa alla periferia di Roma, a Formello di 29 stanze, un salone di bellezza e 90 rapporti bancari.

    Maxi-sequestro a Roma da parte della Direzione investigativa antimafia: nel mirino i capitali della 'ndrangheta - circa 20 milioni - investiti in societa', beni mobili e immobili tra cui l'Antico Caffé Chigi, a piazza Colonna, davanti alla presidenza del Consiglio dei ministri e a due passi da Montecitorio. Nel mirino, in particolare, personaggi legati alla 'ndrina dei Gallico di Palmi, in provincia di Reggio Calabria. Uno dei due personaggi colpiti dal provvedimento di sequestro, ufficialmente nullafacente, si trovava anni fa in compagnia di Alfonso Gallico, capo dell'omonima 'ndrina, quando questi venne ucciso in un agguato. Il blitz e' scattato stamani a Roma e dintorni - Ardea, Formello, Fiumicino - dove gli agenti del centro operativo della Dia hanno messo i sigilli a 18 società, compresa quella proprietaria del notissimo bar che affaccia su piazza Colonna, nel cuore della capitale. Alla base del provvedimento di sequestro - disposto dal Tribunale di Roma, su richiesta della Procura distrettuale antimafia - gli accertamenti della Dia che hanno messo in luce "i sofisticati sistemi finanziari mediante i quali veniva gestito l'ingente patrimonio". Tra le società, sequestrata anche l' 'Adonis', ritenuta "holding del gruppo con varie sedi a Roma, tra il lussuoso quartiere Coppede e i Parioli", che avrebbe "effettuato operazioni finanziarie ed acquisti per svariati milioni di euro, a fronte dei modesti redditi dichiarati". Sotto sequestro anche una mega yacht, il 'Feezy'; diversi immobili, tra cui una lussuosa villa di 29 stanze a Formello; un salone di bellezza e 90 rapporti bancari. "Vivo apprezzamento per la grande operazione della Dia" è stato espresso dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno. "Questo sequestro - ha detto il sindaco - dimostra che le istituzioni tengono alta la guardia e sapranno difendere Roma da ogni forma di infiltrazione di capitali malavitosi. Il nostro Osservatorio, recentemente istituito insieme a Prefettura e Camera di Commercio, lavorerà per collaborare e prevenire ogni forma di infiltrazione finanziaria da parte della criminalità organizzata a Roma".

    Stupore tra i clienti. - "E' stata una doccia fredda. Non riesco ancora a crederci". Non ha parole e soprattutto non vuole aggiungere altro un barista dell'antico Caffé Chigi che stamattina è stato sequestrato nell'ambito di un'operazione della Dia per contrastare la 'ndrangheta nella Capitale. Il locale romano e' uno degli immobili messi sotto sequestro perché ritenuto dagli inquirenti della Direzione Distrettuale Antimafia riconducibile alla 'ndrina dei Gallico di Palmi. ''Ho lavorato qui fino a due settimane fa - ha aggiunto l'ex dipendente - ed è davvero una cosa strana. Chi lo avrebbe mai immaginato: ripeto, una doccia fredda". Niente cappuccino e cornetto questa mattina per gli abituali clienti del bar, collocato in posizione 'strategica' tra diversi uffici e le sedi del potere a Roma. Porte chiuse, bancone nella penombra e nessun sigillo o cartello: solo alcuni sgabelli in legno davanti alle porte vetrate ad indicarne l'improvvisa chiusura. "Stamattina sono andata per prendere il solito caffé - ha raccontato l'edicolante di piazza Colonna - ma c'era qualcosa di strano: un secchio dell'acqua davanti all'ingresso. In quel momento non ho realizzato anche perché gli agenti erano in borghese. Poi il barista che di solito apre la mattina mi ha fermato senza darmi spiegazioni. La notizia l'ho sentita qualche minuto dopo alla radio". Continua intanto il via vai di persone davanti l'entrata del bar all'angolo di piazza Colonna. Alcuni si fermano, appoggiano le mani davanti ai vetri, guardano dentro e si chiedono il perché della chiusura: "forse un lutto - si domanda un anziano signore - o magari non si sono sentiti bene". La notizia nel frattempo continua a spargersi nella zona: "é impossibile - ha commentato un cliente davanti la porta di ingresso - la 'ndrangheta davanti Palazzo Chigi. E' una cosa preoccupante. Non c'era niente di sospetto e nulla faceva pensare che la criminalità organizzata poteva installarsi nel cuore di Roma"

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