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    Candannati autori rapine, della cosca Farao-Marincola, nel varesotto

     

     

    Candannati autori rapine, della cosca Farao-Marincola, nel varesotto

    04 lug 11 Condanne da due a undici anni di reclusione, per aver creato sul territorio a cavallo tra le provincie di Varese e di Milano una organizzazione legata alla cosca della 'ndrangheta Farao-Marinicola di Cirò Marina (Crotone). E' la sentenza del collegio del Tribunale di Busto Arsizio, presieduto dal giudice Toni Adek Novik, al termine del processo a 17 persone, tre delle quali oggi assolte, arrestate dai carabinieri nell'operazione 'Bad boys' e accusati di reati come associazione a delinquere di stampo mafioso, rapina, estorsione e usura. Avrebbero gestito il sistema che attraverso attività illegali si procurava denaro da reinvestire in negozi, locali e imprese edili. In particolare è stato condannato a 11 anni di reclusione Vincenzo Rispoli, 49 anni, considerato il capo dell'organizzazione chiamata locale di Legnano-Lonate Pozzolo. Il collegio ha deciso pene leggermente inferiori a quelle richieste dall'accusa.

    ''Quella di oggi è una sentenza importante perché riconosce che questo tipo di organizzazioni sono presenti anche in Lombardia", ha commentato al termine dell'udienza il pm della Direzione distrettuale antimafia di Milano Giovanni Narbone. "Dimostra la validità del lavoro svolto da carabinieri e Procura - ha continuato - considerando anche la riduzione della pena a causa del rito abbreviato". Potrebbe invece ricorrere in appello la difesa, che aveva chiesto l'assoluzione degli imputati. "Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza - ha spiegato Francesco Margheriti, uno dei legali - il Tribunale ha preso questa decisione e non possiamo fare altro che accettarla, anche se dalle carte mi sembra un processo basato su elementi puramente suggestivi". La Corte ha disposto inoltre la confisca di 125mila euro ritenuti provento dei crimini e tre anni di libertà vigilata, una volta scontata la pena, per alcuni degli imputati. In aula, oltre ai parenti degli imputati, erano presenti anche una ventina di giovani del movimento antimafia 'Ammazzateci tutti', che hanno indossato una maglietta con la scritta 'No'. I volontari dell'associazione nelle scorse settimane avevano accompagnato gli alunni di alcune scuole della provincia di Varese ad assistere alle udienze, nell'ambito di un laboratorio sulla legalità avviato nelle classi. "I giudici hanno riconosciuto che la 'ndrangheta e' radicata sul nostro territorio - ha spiegato Massimo Brugnone, coordinatore per la Lombardia dell'associazione - da parte nostra continueremo a lavorare per diffondere la cultura della legalità, in particolare fra i più giovani".

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