NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Trasferimento immigrati da Caserta a Crotone, si rischia nuova Rosarno

     

     

    Trasferimento immigrati da Caserta a Crotone, si rischia nuova Rosarno

    01 lug 11 Sono 400-500 le persone che si trovano prima dell'alba nelle rotonde tra Castelvolturno e Villa Literno per andare a lavorare nei cantieri dalle cinque di mattina fino alle otto di sera. E' qui, in provincia di Caserta, è che scoppiata due anni fa la "madre di tutte le rivolte degli immigrati", come la definisce Jean René Bilongo, un sindacalista della Cgil locale. E quest'area è ancora la prima in Italia per rischio conflitti, secondo una ricerca Ires-Cgil. La miscela esplosiva di lavoro nero, povertà e criminalità rende infatti il Sud Italia una "polveriera" sociale, con le parole del segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino. Gli scontri tra immigrati e italiani potrebbero ripetersi e non solo nelle provincie di Caserta e Crotone (al centro della rivolta di Rosarno nel 2010), ma anche a Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Reggio Calabria, Salerno, Catania, Trapani, Foggia, Taranto, Palermo, Agrigento e Lecce. Sono tutte province del Sud, sette in Sicilia, tre in Campania e in Puglia e due in Calabria. Terre difficili, duramente colpite dalla crisi e dalla riforma degli aiuti europei per l'agricoltura del 2008. "La presenza dei lavoratori stranieri comincia a divenire 'scomoda' e sempre meno gradita alla popolazione locale e dalle stesse istituzioni dal momento in cui non viene più considerata indispensabile e funzionale all'andamento dell'economia locale - si legge nel rapporto - e la crisi ha accelerato la chiusura di molte ditte di costruzioni e di imprese agricole, già in condizioni precarie". "Qui gli immigrati hanno gli stessi problemi degli italiani, come il lavoro o l'affitto - racconta un attivista dell'associazione Black&White, Fulvio Tortora - Sono tutti sulla stessa barca. La gente è sfiduciata perché quello che manca agli immigrati manca anche agli italiani". Uno degli elementi che aggravano la situazione è "l'assenza di una politica di integrazione", secondo Serena Sorrentino, che dovrebbe passare attraverso "accordi con le parti sociali", "controlli sulla legalità diffusi anche attraverso le istituzioni sanitarie" e "nuovi meccanismi di rappresentanza dei lavoratori". "Contro il lavoro nero serve un'azione di sistema - aggiunge il segretario generale di Fille-Cgil, Walter Schiavella - il Governo la sta facendo ma in direzione contraria a quella che servirebbe in un paese che ha un terzo del Pil di economia illegale e 100 miliardi di evasione fiscale". "Riteniamo che una vera politica di integrazione passa dall'intreccio tra politiche del lavoro, quelle abitative e di welfare" sottolinea il segretario nazionale di Flai-Cgil, Gino Rotella. Oggi il 65% degli stagionali vive in baracche e il 10% in tende. Le paghe non superano 25 euro al giorno.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     

 


    Facebook
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore