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    Reggio Calabria, Prefettura blocca certificato antimafia a Coop Buonamico

     

     

    Reggio Calabria, Prefettura blocca certificato antimafia a Coop Buonamico

    30 giu 11 La Prefettura di Reggio Calabria ha emesso un fermo interdittivo per la certificazione antimafia della Cooperativa Valle del Bonamico, fondata dall'ex vescovo di Locri mons. Giancarlo Bregantini. A renderlo è la stessa coop che "prende atto con rammarico di una lettera della Prefettura alla Regione". "Il rammarico - prosegue la nota - è profondamente sentito perché il giudizio è ingeneroso e le motivazioni adottate sono sostanzialmente basate sulla normale frequentazione che i membri del Consiglio di amministrazione della cooperativa hanno tenuto in questi anni, dal 1995 a oggi, con 'soggetti appartenenti alla criminalita' organizzata della Locridé". "Già nel 1996 - afferma la coop - analoghe obiezioni erano state sollevate. La pregiudiziale negativa fu allora superata proprio perché lo scopo della cooperativa era, ed è rimasto, quello di aiutare giovani che avevano avuto precedenti difficili a uscire, tramite il lavoro onesto e realizzato in cooperativa, dalla palude mafiosa. Il risultato è stato raggiunto, se è vero che mai i soci della cooperativa, dopo il loro ingresso, sono stai coinvolti in situazioni criminali o rilevanti penalmente. Il lavoro in cooperativa si è dimostrato valido antidoto alla logica deviante della mafia". "Il cambiamento che la Calabria vuole vivere - prosegue la nota - chiede che questo filone di antimafia sia custodito intatto. Affrontare consapevolmente il rischio è parte integrante dell'aspetto educativo in ogni azione sociale: ce lo insegna una tradizione di santi e di maestri, che non hanno avuto paura di sporcarsi le mani per liberare dalla strada dell'errore altri fratelli e sorelle. Crediamo perciò che anche lo Stato e i suoi apparati Istituzionali divengano consapevoli che questa è una essenziale strada per vincere la mafia, vero é che finora le Istituzioni hanno dato fiducia al nostro lavoro e ciò ci ha confortato nell'impresa". "Facciamo perciò appello - conclude la cooperativa - alle forze della cultura, dell'università, della chiesa, della politica perché riflettano con noi e spingano per mantenere intatta la nostra linea fondativa, che è percorsa dal dolore e dall'errore verso la legalità, in attuazione della quale anche lo Stato ha positivamente accompagnato il cammino della cooperativa. Senza fiducia e riconoscimento delle Istituzioni la cooperativa non può che cessare di esistere".

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