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    Tarocco alimentare mercato da 60 mld l'anno

     

     

    Tarocco alimentare mercato da 60 mld l'anno

    21 giu 11 Avere un nome che richiama l'Italia é sinonimo di successo nel mercato alimentare: il giro d'affari dell'"italian sounding" supera i 60 miliardi di euro l'anno (164 milioni di euro al giorno), cifra 2,6 volte superiore al valore delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari (23,3 miliardi di euro nel 2009). E' quanto stimano Coldiretti ed Eurispes nel primo rapporto sulle agromafie, che si sofferma anche sulla contraffazione di prodotti agroalimentari. Sempre più spesso, la pirateria agroalimentare internazionale utilizza denominazioni geografiche, marchi, parole, immagini, slogan e ricette che si richiamano alla Penisola per prodotti che non hanno nulla a che fare con l'Italia, "con effetti sulle esportazioni di prodotti made in Italy e sulla bilancia commerciale, in costante deficit nell'ultimo decennio (3,9 miliardi di euro nel 2009)". Ma, secondo le stime Eurispes-Coldiretti, per giungere ad un pareggio della bilancia commerciale del settore agroalimentare italiano, ad importazioni invariate, sarebbe sufficiente recuperare quote di mercato estero per un controvalore economico pari al 6,5% dell'attuale volume d'affari dell'italian sounding. Si citano numerosi esempi: se il Parmesan è il più diffuso in tutto il mondo, c'é anche il Romano prodotto nell'Illinois con latte di mucca anziché di pecora, il Parma venduto in Spagna senza alcun rispetto delle regole del disciplinare, o la Fontina danese e svedese molto diverse da quella della Val d'Aosta, l'Asiago e il Gorgonzola statunitensi o il Cambozola tedesco.

    Italiani temono le frodi. Le frodi a tavola sono quelle più temute dagli italiani e, stando ai numeri, a giusta ragione: 6 su 10 le considerano più gravi di quelle fiscali e degli scandali finanziari, poiché possono avere effetti sulla salute. "Si tratta di un crimine particolarmente odioso perché si fonda soprattutto sull'inganno a chi ha una ridotta capacità di spesa", sottolinea il presidente di Coldiretti, Sergio Marini: "C'é spazio per comportamenti gravissimi sia per la salute delle persone che per l'attività economica delle imprese". Ogni anno nel nostro Paese i carabinieri sequestrano 50 mila tonnellate di cibi irregolari. Negli ultimi due anni la guardia di Finanza ha sequestrato 842 tonnellate di alimenti. "La contraffazione opera ad ogni livello della filiera: dal campo ai prodotti industriali falsificati", spiega il generale dei Carabinieri Cosimo Piccinno, comandante dei Nas a margine della presentazione del primo rapporto sui crimini agroalimentari Coldiretti-Eurispes. "Ogni anno - ricorda - Nas, Nac e Noe operano 100 mila controlli l'anno, in tre anni sono state sequestrati 150 mila tonnellate di cibi irregolari". Ma è solo quello che emerge di "un fenomeno difficile da quantificare perché contraffazione è sinonimo di sommerso". Coldiretti censisce varie forme di contraffazioni e inganni. Un terzo dei prodotti agroalimentari venduti in Italia o esportati come Made in Italy, per un valore di 51 miliardi di euro - stima - derivano da materie importate; 3 prosciutti su 4 sono ottenuti da maiali allevati all'estero, anche se vengono indicati come italiani; una mozzarella su 4 non è ottenuta dal latte ma da cagliate importante; il 15% del concentrato di pomodoro proviene dalla Cina. Alcuni di questi prodotti e molti altri avariati e venduti sul mercato italiano sono stati raccolti da Coldiretti nel "Salone degli inganni" allestito a palazzo Rospigliosi in occasione della presentazione del Rapporto.

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