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    Collaborazione tra coop agroalimentari in Calabria, Puglia e Campania

     

     

    Collaborazione tra coop agroalimentari in Calabria, Puglia e Campania

    21 giu 11 L'obiettivo è lo sviluppo delle imprese cooperative agroindustriali. Lo strumento, invece, è l'aggregazione pubblico privata. In Puglia, Calabria e Campania è stato proposto un progetto di collaborazione tra cooperative agroalimentari, Università e Centri di Ricerca promosso dalle Confcooperative delle tre regioni insieme a Legacoop e Agci. All’iniziativa, che si inquadra nell’Avviso prot. 713/ric emanato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, aderiscono numerose imprese cooperative e dipartimenti universitari, centri di ricerca, centri di competenza con il coinvolgimento strategico delle spin-off universitarie. Le cooperative presenti rappresentano complessivamente decine di migliaia soci, centinaia di addetti e un fatturato aggregato di oltre 150 milioni di euro: una grande impresa virtuale sulla quale innestare con efficacia iniziative di ricerca e formazione per un incremento della competitività del settore. L’idea, commenta Alberto Statti - Presidente regionale di Fedagri Confcooperative - è di creare una nuova partnership che veda la cooperazione agroalimentare come protagonista. Le imprese cooperative rappresentano una quota considerevole di produzione lorda vendibile nelle regioni convergenza; racchiudono tutta la filiera e si prestano, meglio di altri soggetti, a implementare innovazione. Per la realizzazione dell’iniziativa verranno valorizzati gli apporti delle società spin off delle Università coinvolte, delle società di consulenza e degli enti di formazione emanazione delle centrali cooperative. La nuova aggregazione vuole innovare la produzione del territorio attraverso progetti di ricerca di alto livello. Viene affrontato, per esempio, il tema generale degli scarti di lavorazione e del riutilizzo dei sottoprodotti. Tra gli altri obiettivi, quello di orientare gli sforzi di ricerca, puntando a coinvolgere e dare valore aggiunto a tutta la filiera produttiva; realizzare interventi formativi; sostenere lo sviluppo economico delle piccole e medie imprese cooperative; inserire l’aggregazione nel contesto internazionale, in particolare nell’area del Mediterraneo e con specifica valorizzazione della dieta mediterranea, patrimonio immateriale dell’Unesco.

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