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    Procuratore Cisterna "Non so cosa avrei fatto"

     

     

    Procuratore Cisterna "Non so cosa avrei fatto"

    17 giu 11 "Nessuno riferisce che mi sono state corrisposte somme di denaro, né piccole né ingenti". A dirlo è il procuratore aggiunto della Dna, Alberto Cisterna, interrogato stamani a Roma dal procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone e dal pm Beatrice Ronchi dopo essere stato iscritto nel registro degli indagati in seguito alle dichiarazioni del boss pentito Antonino lo Giudice. "La dichiarazione, che non mi è stata contestata - ha aggiunto - ma che ho letto sul giornale, è che Nino Lo Giudice avrebbe intuito che erano state pagate somme di denaro per la scarcerazione dell'altro pentito Maurizio. Dopo un paio d'ore di interrogatorio, non so dire come questa somma, secondo questo calunniatore, sarebbe stata pagata, dove, da chi, come, quando. L'interrogatorio, atto riservatissimo, per una forma di riguardo del procuratore Pignatone, si è svolto nel mio ufficio. Mi accingevo a partecipare senza difensore, da quanto ero tranquillo. E' arrivato solo dopo che ho letto la notizia sul Corriere. Non posso non rilevare che la prudenza e l'accortezza di Pignatone è stata vanificata in maniera brutale dalla pubblicazione, legittima, della notizia. Credo che qualcuno pensasse che avrei fatto l'interrogatorio, che auspicavo e consideravo importante, in ginocchio. Cosa che non è avvenuta e non avverrà mai". Cisterna, entrando nel merito della vicenda di Maurizio Lo Giudice, ha sostenuto che fino a qualche giorno fa "ignoravo che Maurizio avesse beneficiato degli arresti domiciliari. Nessuno è stato scarcerato. Ne ha beneficiato perché malato gravemente. Avevo già dichiarato all'ANSA che avendo saputo da Luciano che il fratello Maurizio stava molto male mi sono limitato a dire al collega se poteva fare qualcosa. Anche dopo l'interrogatorio non sono stato messo a conoscenza di quale sarebbe stata la mia pretesa ingerenza posto che a parlare di un interessamento sono stato io all'ANSA. Nell'interrogatorio mi è stato chiesto proprio di quella dichiarazione all'ANSA. Ma che mi sono interessato alla salute di Maurizio l'ho detto cento volte". La dichiarazione risale al 13 maggio scorso. Il magistrato, infine, ha rilevato "che siamo alla sesta versione di Nino Lo Giudice sui contatti avuti da suo fratello Luciano con me. Dopo aver detto che sono un galantuomo e non ero assimilabile ad altri, nel memoriale ha dichiarato che mi sarei interessato in cambio di confidenze e di regali e tre giorni dopo, ai pm di Reggio, dice che c'é un'ingente somma di denaro. In ogni caso sono tranquillo e sereno".

     

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