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Processo Omnia contro cosche Cosenza, 3 assoluzioni e pene ridotte
Processo Omnia contro cosche del cosentino, 3 assoluzioni e pene ridotte 10 giu 11 Si e' concluso con tre assoluzioni e pene ridotte per la gran parte dei 37 imputati il processo d'appello contro le cosche della 'ndrangheta del Cosentino, coinvolti nell'operazione chiamata Omnia. I giudici della Corte d'appello di Catanzaro, come aveva chiesto il sostituto procuratore generale Marisa Manzini, hanno deciso per il non doversi procedere nei confronti di Domenico Apollaro e Gaetano Novelli, per morte del reo. Sono stati assolti per non aver commesso il fatto Salvatore D'Elia, Antonio Sibarelli e Francesco De Leo, quest'ultimo, in particolare, era stato condannato a 10 anni di reclusione. Le pene ridotte in appello riguardano complessivamente 27 imputati condannati a pene variabili da 1 anno e 4 mesi ai 24 anni. Sono state invece confermate le condanne di primo grado per Leonardo Russo, Domenico Giuseppe Propato, Domenico De Vincenzi, Pietro Garofalo, e Domenico Franzé. L'inchiesta "Omnia" fu condotta dal Ros dei carabinieri e dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Gli imputati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, rapine, estorsioni, usura e spaccio di droga. Pene rdideterminate per: L'inchiesta "Omnia" fu condotta dal Ros dei carabinieri e dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Nel vasto impianto accusatorio, a vario titolo, agli imputati sono contestati i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, e reati fine che vanno dalla rapina all'estorsione, all'usura, allo spaccio di droga. Secondo quanto emerse fin dal blitz dei carabinieri, scattato il 10 luglio del 2007 per l'esecuzione di oltre 50 ordini di cattura, il clan non solo avrebbe imposto in modo generalizzato il pizzo agli imprenditori agricoli, agli imprenditori del terziario e agli appaltatori di opere pubbliche e private in tutta la Piana della Sibaritide, nel cosentino ma avrebbe inoltre gestito l'immigrazione clandestina e l'impiego della manodopera irregolare, mettendo a segno inoltre una serie di truffe all'Inps grazie a cooperative agricole di cui aveva acquisito il controllo e grazie alle quali avrebbe assunto fittiziamente un gran numero di braccianti. Affiliati avrebbero infine gestito l'offerta del pescato nel territorio di Cassano Ionio, attraverso imprese, vicine al sodalizio, che rivendevano i prodotti ittici. Altri imputati dell'inchiesta "Omnia" sono stati giudicati con rito abbreviato, il 14 novembre 2008 quando, al termine dei 34 riti alternativi il giudice dell'udienza preliminare distrettuale Abigail Mellace ha concluso con 30 condanne, 3 assoluzioni, e gli atti relativi alla posizione del consigliere regionale Franco La Rupa restituiti alla Procura per una riformulazione delle imputazioni. Il giudice riconobbe inoltre il risarcimento del danno alle parti civili, e cioe' anche la Regione Calabria, la Provincia di Cosenza, e Confindustria Calabria, cui furono liquidati 80 mila euro di risarcimento ciascuno. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cerca con nell'intero giornale: -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "
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del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto |