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    Per la crisi la Calabria perde 2.8 mld di Pil

     

     

    Per la crisi la Calabria perde 2.8 mld di Pil

    06 giu 11 La crisi economica, nel 2010, ha fatto perdere alla Calabria 2.814 milioni di euro di Pil rispetto alle previsioni effettuate prima della crisi. E' quanto emerge da un'analisi di Corriere economia, l'inserto economico del Corriere della Sera, nelle pagine dedicate al Mezzogiorno, In percentuale, la perdita di Pil in Calabria è stata dell'8,5%. La regione meridionale in cui la crisi si è fatta più sentire a livello percentuale, è stata la Puglia con un -12,3% che è anche al primo posto nazionale insieme al Veneto, mentre in termini assoluti, al sud è stata la Campania a perdere di più con meno 10.591 milioni.

    Vola il Nordest, Sud al palo. Nel 2010, anno in cui il Pil italiano é tornato a crescere con un aumento dell'1,3%, è stato il Nord-Est l'area geografica più in salute, con una crescita del 2,1%. E' quanto evidenzia l'Istat nella 'Stima anticipata di alcuni aggregati economici nelle ripartizioni geografiche'. Superiore alla media nazionale anche l'andamento del Nord-Ovest (+1,7%) e in linea con essa quella del Centro (+1,2%). Il sud, invece, mostra una certa difficoltà di recupero, con una crescita di appena lo 0,2%. Nel Nord-Est, all'incremento del Pil ha contribuito principalmente il settore industriale, con un aumento del 3,9% (+2,8% la variazione media nazionale). Significativo, spiega l'Istituto di statistica, è stato anche l'apporto dei servizi (+1,6%, contro il +1,0% della media nazionale) e del settore agricolo (+1,5%, a fronte del +1,0% della media nazionale). Anche nel Nord-Ovest è stata l'industria ad aver segnato la ripresa più marcata del valore aggiunto (+3,7%). Segue il settore terziario (+1,2%) e, quindi, l'agricoltura, con un incremento dello 0,9%. Il Centro è la ripartizione geografica in cui gli effetti della crisi economica nel 2009 erano stati più contenuti: pertanto, anche l'intensità della ripresa nel 2010 è risultata più moderata (+1,2%). Solo il comparto dei servizi ha presentato una crescita del valore aggiunto (+1,2%) superiore a quella media, mentre il settore industriale ha segnato un aumento del 2,3% e l'agricoltura ha fatto registrare un arretramento (-0,5%). Il Mezzogiorno, infine, è la ripartizione che mostra la maggiore difficoltà di recupero. Il Pil è aumentato, infatti, di appena lo 0,2%, a fronte di un incremento complessivo dell'1,7% del Centro-Nord. Il settore che ha segnato maggiormente il passo è quello industriale: in presenza di una incisiva ripresa a livello nazionale, l'industria del Mezzogiorno ha fatto registrare una flessione del valore aggiunto dello 0,3%. Solamente l'agricoltura ha sperimentato un aumento del valore aggiunto (+1,4%) superiore alla media nazionale, mentre nel settore terziario la crescita è stata estremamente contenuta (+0,3%).

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