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    Un campo con 120 posti letto per gli immigrati di Rosarno

     

     

    Un campo con 120 posti letto per gli immigrati di Rosarno

    06 gen 11 Tra pochi giorni lasceranno le baracche indegne in cui vivono senza luce e senza acqua per trasferirsi in strutture provvisorie ma sicuramente piu' dignitose, con docce e bagni. Sono i 120 migranti stagionali impiegati nei campi di Rosarno nella raccolta degli agrumi che potranno beneficiare del campo che sara' allestito dall'Amministrazione comunale e dalla Protezione civile regionale e che potrebbe essere ultimato gia' la prossima settimana. L'intervento, certo, non risolve l'emergenza abitativa dei circa 800 africani che vivono nella Piana di Gioia Tauro, ma costituisce, nelle intenzioni dell'Amministrazione, una prima risposta al problema degli alloggi, paradossalmente reso ancora piu' drammatico dall'abbattimento e dalla chiusura dei ghetti in cui i migranti vivevano sino al gennaio dello scorso anno, prima della ''rivolta dei neri'' e della successiva reazione violenta di parte della popolazione. Quest'anno, infatti, gli immigrati si sono dispersi in vecchi casolari, il piu' delle volte abbandonati, con finestre e tetti rotti, vivendo al freddo ed in condizioni igieniche oltre il limite di una umana sopportazione. Adesso arriva il campo voluto dal Comune. I sopralluoghi sono stati fatti e l'Amministrazione, spiega il sindaco, Elisabetta Tripodi, ha gia' chiesto l'allaccio provvisorio per l'energia elettrica e poi provvedera' ad installare i bagni chimici e le docce. Si tratta del primo intervento del genere ad un anno dalla rivolta, con l'offerta abitativa che, rileva la rete Radici di Rosarno, resta ''ampiamente insufficiente rispetto ad una domanda che nessuna istituzione si e' ancora una volta e incredibilmente preparata ad accogliere''. Di contro, sottolinea l'associazione, ''e' lunga e corposa la storia dei progetti annunciati e mai partiti, come quando, nel gennaio 2007, fu sottoscritto un protocollo per trasformare l'ex cartiera in un centro di accoglienza e aggregazione sociale. Il progetto naufrago' pochi mesi dopo col ricorso della ditta arrivata seconda che blocco' tutto''. Radici ha intervistato un centinaio dei migranti presenti ed ha cosi' scoperto che il 90% degli africani ha gia' soggiornato tra Gioia Tauro e Rosarno negli anni passati, ''segno - rileva l'associazione - di una tendenza: chi e' tornato, o non e' mai andato via, ha la certezza di poter attivare contatti sul territorio, un'alta probabilita' di ingaggio almeno saltuario, i rapporti necessari per trovare una sistemazione''. Stasera, per favorire una integrazione reale e non di facciata, l'amministrazione comunale e alcune associazioni hanno promosso la Festa della mondialita', un'iniziativa, dice il sindaco, ''per stare insieme''. ''Neri'' e rosarnesi si troveranno cosi' fianco a fianco per ascoltare musica popolare dei due continenti e condividere i prodotti tipici della Calabria. Il tutto annaffiato da bevande rigorosamente analcoliche. E domani, ad un anno esatto dalla rivolta, africani e rosarnesi sfileranno per le vie della cittadina in una marcia della riconciliazione, promossa da Cgil e rete Radici, che poi si spostera' a Reggio Calabria, con un presidio davanti alla Prefettura, ed avra' una appendice anche a Roma, dove e' previsto un sit-in davanti al Ministero delle Politiche agricole.

    Ferrero: Maroni che fa? ''E' passato un anno dalla Rivolta dei lavoratori migranti di Rosarno, immagini e volti impossibili da dimenticare, uomini che hanno detto no alla schiavitu', al razzismo, allo sfruttamento. Nel frattempo la vita di coloro che sono tornati a lavorare in quei campi e nell'intera Piana di Gioia Tauro non e' affatto migliorata e il Ministro Maroni non ha fatto nulla di nulla''. Lo afferma in una nota Paolo Ferrero, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea. ''Sono invece nate dal basso - prosegue Ferrero - esperienze di lotta, di accoglienza, di alleanza, che hanno convocato una mobilitazione in occasione dell'anniversario della rivolta, con il concentramento alla mattina del 7 gennaio in P.zza Valarioti a Rosarno e il presidio davanti alla prefettura di Reggio Calabria. Noi appoggiamo e parteciperemo a quella mobilitazione perche' sosteniamo l'eguaglianza, la convivenza e la necessita' di sconfiggere la 'ndrangheta e il caporalato''. E, si chiede infine Ferrero, ''il Ministro Maroni che fa? Per adesso continua beato a lasciare che la gente venga sfruttata come bestie nei campi''

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