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    Beni per 6 mln di euro sequestrati al clan La Rosa di Tropea dalla Finanza

     

     

    Beni per 6 mln di euro sequestrati al clan La Rosa-Mancuso di Tropea dalla Finanza

    16 feb 11 Beni per un valore di circa 6 milioni di euro sono stati confiscati dai finanzieri del Gico del nucleo di polizia tributaria di Catanzaro ad alcuni esponenti di spicco del clan mafioso La Rosa, operante sul territorio della città di Tropea (Vv) e sulle zone limitrofe e strettamente collegato alla cosca Mancuso dominante sull'intera provincia vibonese. I provvedimenti, emessi dalla corte d'appello di Catanzaro, hanno inferto un duro colpo al patrimonio del sodalizio criminoso e, in particolare, a quello di Antonio La Rosa condannato nel luglio del 2010, con sentenza definitiva, a 8 anni di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e trasferimento fraudolento di valori. Nei suoi confronti le fiamme gialle hanno proceduto a confiscare un ingente patrimonio di beni mobili ed immobili ed attività commerciali, tutti ubicati nel comune di Tropea, costituito da due ditte individuali operanti nel campo della vendita al dettaglio di abbigliamento ed articoli da regalo; Un immobile in corso di costruzione, di circa 6.000 mq., destinato ad ospitare un albergo; un appartamento; un immobile ad uso commerciale; un appezzamento di terreno edificabile ed una autovettura. Nel corso della stessa operazione sono stati confiscati beni (una ditta individuale operante nel campo del commercio all'ingrosso di prodotti ortofrutticoli ed un immobile ad uso industriale sito a Briatico) anche in capo a Domenico Salvatore Polito, stretto collaboratore di Antonio La Rosa ed anch'egli condannato con sentenza definitiva a 5 anni e sei mesi di reclusione, che - secondo gli inquirenti - aveva il compito di reinvestire i proventi derivanti dalle attività illecite dell'organizzazione operante nel territorio di Tropea. I beni in questione avevano formato oggetto di sequestro preventivo da parte della stessa Guardia di Finanza in quanto ritenuti frutto del reimpiego di capitali di provenienza illecita.

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