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    Bomba a centro Don Panizza, ancora tanta solidarietà

     

     

    Bomba a centro Don Panizza, ancora tanta solidarietà

    28 dic 11 ''Preoccupazione e sdegno per il vile atto intimidatorio e convinta solidarietà a Don Giacomo Panizza". E' quanto esprimono, in una nota, Salvatore Scalzo e Lorenzo Costa del gruppo consiliare del Partito Democratico al Comune di Catanzaro. "La criminalità organizzata - aggiungono - tenta di ostacolare il difficile percorso di legalità intrapreso dalla città di Lamezia anche grazie all'impegno di Don Panizza. Riteniamo che l'azione di contrasto portata avanti dal sacerdote vada sostenuta con forza perché solo dall'impegno e al coraggio di quella parte della società civile che egli rappresenta si può contribuire a superare l'opprimente piaga che la 'ndrangheta rappresenta per la nostra regione''.

    ''Di fronte ad un atto intimidatorio come quello compiuto a Lamezia Terme ai danni della Comunità Progetto Sud guidata da don Giacomo Panizza, le istituzioni, l'intera comunità, non possono restare indifferenti". Lo afferma la Presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro. "Bisogna reagire, ribellarsi, stringersi intorno a coloro - aggiunge - che ogni giorno lavorano per affermare il rispetto delle regole e la cultura della legalità. La mafia avrà vinto se riuscirà a sopire il naturale senso di rivolta che in ognuno di noi nasce di fronte alle ingiustizie e alle prevaricazioni. La mafia sarà sconfitta, invece, se accanto al lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine, la società tutta riuscirà a condurre una vera e propria rivoluzione culturale fondata sull'affermazione dei valori del rispetto dell'altro, del merito, della legalità, della giustizia, della solidarietà, ma soprattutto sul rifiuto di riconoscere autorità, potere, dignità, onore, rispettabilità, a chi riesce ad imporsi soltanto con le armi, con le minacce e con la violenza".

    Il consiglio d'amministrazione, i dipendenti ed i soci della Banca Etica, in una nota, hanno ribadito il loro impegno al "fianco di tutti coloro che nel Mezzogiorno lavorano per la legalità, stringendosi intorno alla Comunità di Progetto Sud". "La notte tra il 25 e il 26 dicembre - prosegue la nota - la comunità "Progetto Sud" di Lamezia Terme ha subito l'ennesimo atto intimidatorio. Una bomba carta è esplosa d'avanti al bene confiscato dove hanno sede diverse associazioni e l'ufficio di Banca Etica per la Calabria. Fortunatamente i danni sono contenuti e nessuno è rimasto ferito. Ciò non diminuisce l'immensa gravità di questo atto intimidatorio nei confronti di Don Giacomo Panizza che ha fondato e presiede la comunità, di Marina Galati che da sempre è impegnata nei progetti di assistenza ai più fragili e di educazione alla legalità ed è vicepresidente del Comitato Etico di Banca Etica, di Maria Antonietta Mazzei che rappresenta Banca Etica nella Regione e di tutti gli altri operatori, volontari e amici di Lamezia sempre in prime linea per la lotta alla 'Ndrangheta e per la costruzione di progetti reali di inclusione sociale''.

    Attraverso la Caritas diocesana, diretta da Carmela Zavettieri, tutta la comunità di Locri-Gerace, con il vescovo, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, esprime ferma condanna dell'attentato compiuto la notte di Natale ai danni del centro Luna Rossa di Lamezia Terme, che ospita giovani immigrati. "L'ordigno - è scritto in una nota - esploso contro il centro voluto da don Giacomo non fermerà il percorso avviato in Calabria da uomini di Chiesa come don Giacomo, né farà venire meno l'impegno di quanti si battono quotidianamente con la sola arma del Vangelo per ridare dignità a questa terra".

    La Giunta del comune di Lamezia Terme ha espresso "profondo sdegno e preoccupazione per l'atto intimidatorio della vigilia di Natale e per la lunga teoria di eventi minatori che hanno interessato negli ultimi mesi il territorio della città, sintomo questo, di una crescente recrudescenza dell'attività criminale. Così come lo stesso Procuratore Vitello ha sottolineato, anche la Giunta, ha ribadito che occorre una reazione determinata coraggiosa e definitiva della società civile, della politica, delle professioni, delle forze sane della città, che devono continuare a isolare questi atteggiamenti in maniera netta e senza nessuno sconto alle forze criminali rifiutando ogni forma di connivenza anche indiretta".

    "Il gravissimo attentato della 'ndrangheta, perpetrato con una bomba fatta esplodere contro il centro ''Luna Rossa" di Lamezia Terme gestito dalla Comunità "Progetto Sud", guidata coraggiosamente da don Giacomo Panizza, è un atto di sfida e uno sfregio contro tutti i calabresi". Lo afferma in una nota il segretario regionale del Pdci, Michelangelo Tripodi. "Ha proprio ragione don Panizza - aggiunge - il quale ha affermato che la bomba contro "Progetto Sud" è un chiaro segnale contro tutto il territorio, e, nel macabro gergo mafioso, i segnali e i simboli rappresentano elementi di fondamentale importanza. Proprio per questi motivi la concreta solidarietà e vicinanza nei confronti di don Panizza e di tutti gli operatori della Comunità, che si trova in un bene confiscato alla 'ndrangheta, deve essere ferma, puntuale e assoluta''.

    ''Esprimiamo la nostra solidarietà e la più completa vicinanza agli amici della comunità di Don Giacomo Panizza che lavora quotidianamente con coraggio, per affermare in modo concreto i principi di legalità e giustizia sociale". Lo affermano in una nota congiunta il Presidente nazionale dell'Arci, Paolo Beni, ed il referente legalità democratica e antimafia della presidenza nazionale Arci, Alessandro Cobianchi. "Il bene confiscato alla 'ndrangheta - aggiungono - e' la sede del Centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati 'Luna Rossa', della casa famiglia 'Dopo di Noi', dello sportello di Banca Popolare Etica e del Forum del Terzo Settore Calabria; l'attacco al bene confiscato costituisce quindi un duro colpo al significato stesso di partecipazione e di democrazia. Siamo con tutto il Terzo Settore che in questo territorio da anni si impegna per l'affermazione di questi valori". "La preoccupazione - concludono Beni e Cobianchi - per la gravità di un ennesimo gesto intimidatorio impone di tenere sempre più alto il livello di attenzione nei confronti dei fenomeni mafiosi e di ribadire con forza la necessità di reagire e collaborare"

    "Esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà a don Giacomo Panizza, fondatore della Comunità Progetto Sud, per l'intimidazione mafiosa subita il giorno di Natale": così don Armando Zappolini, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca). "La 'ndrangheta ha voluto colpire un simbolo della lotta alle mafie, una comunità che da 35 anni è un punto di riferimento non solo per persone con disabilià, tossicodipendenti o malati di Aids, ma per chiunque voglia rafforzare il tessuto sociale sui principi della legalità e del bene comune" continua don Zappolini. "Don Panizza ha avuto il coraggio, per primo a Lamezia Terme, di prendere un bene confiscato a una delle cosche locali, ricevendo per questo esplicite minacce. L'esplosione di una bomba all'ingresso di tale struttura è solo l'ultima intimidazione subita. Il Cnca è al fianco della Comunità Progetto Sud per respingere questo ennesimo atto di violenza". "Ma anche lo Stato deve fare la sua parte" conclude il presidente del Coordinamento. "Aver assegnato, e dunque restituito alla collettività, a fini sociali, solo una percentuale minima dei beni confiscati alle organizzazioni mafiose rende più deboli anche coloro che si sono esposti. Da Belpasso, in provincia di Catania, dove siamo oggi insieme al Coordinamento pisano di Libera e Avviso Pubblico per consegnare un trattore alla cooperativa sociale Beppe Montana-Libera Terra, chiediamo alle istituzioni di porre termine a questa inefficienza che danneggia fortemente la lotta alle mafie nel nostro paese".

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