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    Fondi in cambio di voti, sono 3 i politici indagati

     

     

    Fondi in cambio di voti, sono 3 i politici indagati

    06 dic 11 Finanziamenti alla cooperativa del boss per avere il sostegno della cosca alle elezioni; schede elettorali segnate affinche' gli elettori dimostrassero di avere adempiuto all'ordine della 'ndrangheta: c'é anche questo nell'inchiesta della Dda di Catanzaro che stamani ha portato all'arresto di 18 presunti affiliati alla cosca Lanzino - Presta - Di Puppo di Cosenza e nella quale sono indagati anche tre politici. Un'inchiesta che ha passato in rassegna gli ultimi anni della guerra di mafia a Cosenza, con l'individuazione dei presunti autori di tre delitti commessi tra il 1999 ed il 2000 e di uno svariato numero estorsioni e casi di usura, ma che ha anche disvelato i presunti rapporti "pericolosi" tra la politica e la criminalità organizzata. Contestualmente agli arresti, personale della Dia, poliziotti e carabinieri, hanno eseguito una decina perquisizioni tre delle quali a carico dell'ex assessore alla Provincia di Cosenza Pietro Ruffolo, dell'ex sindaco di Rende ed attuale consigliere provinciale Umberto Bernaudo, entrambi del Pd ed entrambi con un passato nel Partito socialista, e del consigliere comunale di Piane Crati, Pierpaolo De Rose, di una lista civica. Bernaudo e Ruffolo, secondo l'ipotesi dei pm Pierpaolo Bruni e Carlo Villani, all'epoca in cui erano sindaco ed assessore di Rende, avrebbero finanziato la cooperativa "Rende 2000" che sarebbe in mano a Michele Di Puppo, uno degli arrestati, ritenuto un elemento di spicco della cosca. In cambio avrebbero ottenuto il sostegno in occasione delle elezioni provinciali del 2009, concluse con l'elezione di entrambi. Ruffolo era anche diventato assessore nel nuovo esecutivo, ma si è autosospeso dopo essere stato rinviato a giudizio, nell'ottobre 2010, per usura aggravata dalle modalità mafiose nell'ambito di un'altra inchiesta della Dda di Catanzaro nella quale è coinvolto non in qualità di politico ma come ex consulente piccole imprese dell'agenzia Unicredit di Belvedere Marittimo. Nei confronti dei due politici vengono ipotizzati il concorso esterno in associazione mafiosa, il voto di scambio e la corruzione. E' indagato per minacce in occasione di competizioni elettorali aggravate dalle modalità mafiose, invece, De Rose. Per l'accusa, la cosca avrebbero minacciato gli elettori per costringerli a votare per lui in occasione delle comunali di Piane Crati del 2009. E per essere certi che ciò avvenisse avrebbero costretto gli elettori ad apporre un segno sulla scheda. E' questo che ha portato gli investigatori al Comune di Piane Crati, per rintracciare le schede e verificare se ciò è vero. Al comune di Rende, invece, sono state acquisite le delibere riguardanti la coop "Rende 2000". L'inchiesta "Terminator" ha consentito di individuare i presunti responsabili degli omicidi di Vittorio Marchio, ritenuto un esponente di vertice della criminalità cosentina, ucciso il 26 novembre del 1999, di Enzo Pelazza, ucciso il 28 gennaio 2000 a Cosenza, e di Antonio Sassone, ucciso il 9 giugno 2000 a Terranova da Sibari. Ma ha anche evidenziato come Cosenza "sia sottoposta ad una pressione estorsiva capillare", come ha detto il procuratore aggiunto della Dda catanzarese Giuseppe Borrelli, anche se "nessuno ammette di essere vittima".

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