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    Corte dei Conti: Serve nuova legge regionale su acqua

     

     

    Corte dei Conti: Serve nuova legge regionale su acqua. Non Sorical ma Regione stabilisce tariffe

    05 dic 11 E' vecchio di 15 anni il regime legislativo calabrese in materia di acque: risale ormai al 1997, infatti, l'ultimo intervento normativo allorquando venne decisa la ripartizione in ambiti territoriali ottimali (Ato). A suonare la sveglia, chiedendo un nuovo intervento normativo, è adesso la sezione di controllo della Corte dei conti che ha licenziato, in adunanza pubblica a Catanzaro, la relazione su "La gestione delle risorse idriche e dei relativi impianti in Calabria". "Non è più rinviabile - ha affermato il relatore Quirino Lorelli - l'adozione di una legge regionale unitaria ed organica che aggiorni l'intero sistema idrico. Così come si rendono necessari la verifica e l'aggiornamento della rete acquedottistica e la razionalizzazione dell'uso dell'acqua attraverso mirati controlli e verifiche". Ma le attenzioni dei giudici contabili si sono rivolte anche "a valutare il livello di efficienza, efficacia ed economicità dell'azione amministrativa pubblica volta al governo di un bene pubblico fondamentale come l'acqua". Bocciati senza appello gli Ato: secondo il relatore è emerso "un panorama a dir poco deludente sotto ogni profilo con un quadro disomogeneo di comportamenti amministrativi e gestionali relativamente alla concreta attuazione della normativa". In relazione alla costituzione della Società di gestione delle risorse idriche calabresi (Sorical), la Corte dei conti ha ricostruito le fasi che hanno portato al suo varo. "Con la convenzione - è scritto nella relazione - la Regione ha trasferito a Sorical, società sua partecipata al 53,50% la gestione ma non la proprietà delle reti già esistenti e, contestualmente, anche la gestione del 'servizio' di fornitura idropotabile all'ingrosso. Sennonché alla luce degli esiti referendari, del principio generale comunitario di separazione tra proprietà e gestione delle reti e, specialmente, degli orientamenti ormai consolidati della Corte costituzionale, il sistema legislativo calabrese incentrato ancora sulla legge regionale 10/97 presenta, ad avviso di questa Corte, possibili margini di incostituzionalita". Il magistrato relatore si è occupato inoltre della dispersione di acqua potabile. "In alcuni comuni - ha sostenuto - emergono medie di consumo pro-capite del tutto spropositate come nel caso di Locri con 300 mc annui procapite ma anche Sellia Marina, Soverato, Castrovillari, Chiaravalle Centrale. Alcuni dati rivelano una pericolosa disattenzione al limite di veri e propri danni erariali: è il caso del Comune di Cosenza che a fronte di un consumo finale di poco più di 5 milioni di metri cubi annui produce presso fonti proprie 5,88 milioni di metri cubi ma acquista ulteriore acqua da Sorical per 12 milioni di metri cubi". Altra nota dolente, le tariffe applicate da Sorical. Secondo la Corte dei conti, "la riduzione progressiva dello spread tra tariffa applicata alla cittadinanza e prezzo dell'acqua pagata a Sorical comporta una riduzione delle risorse comunali disponibili da destinare alla manutenzione, ammodernamento e gestione della rete comunale di distribuzione". La società, dal canto suo, ha inviato delle deduzioni allegata alla relazione della Corte."Non è Sorical ma la Regione - fanno sapere dall'azienda - che determina i meccanismi tariffari e stabilisce gli incrementi annuali con proprie determinazioni rispetto alle quali Sorical fornisce soltanto i dati necessari". Anzi, a parere di Sorical "la tariffa regionale applicata si è tradotta per un consistente numero di anni in un vantaggio per i Comuni calabresi avendo procurato loro una diminuzione rispetto al livello tariffario regionale precedente".

    "Non è più rinviabile l'adozione di una legge regionale unitaria ed organica che aggiorni l'intero sistema". E' quanto ha affermato il magistrato relatore Quirino Lorelli, della sezione di Controllo della Corte dei Conti per la Calabria, nella relazione sula "Gestione delle risorse idriche e dei relativi impianti in Calabria". Per il relatore che è intervenuto nell'adunanza pubblica presieduta da Franco Franceschetti, si impone anche "la verifica e l'aggiornamento della rete acquedottistica e la razionalizzazione dell'uso dell'acqua attraverso mirati controlli e verifiche". L'obiettivo dell'attività di controllo é stata rivolta, ha proseguito Lorelli, "a valutare il livello di efficienza, efficacia ed economicità dell'azione amministrativa pubblica volta al governo di un bene pubblico fondamentale come l'acqua". Per quanto riguarda gli Ambiti territoriali ottimali, tali organismi, ha aggiunto, avrebbero dovuto coinvolgere i comuni nell'attività gestoria ma "nella realta calabrese questo assetto normativo non è mai stato applicato e si è determinata una sorta di extraterritorialità del sistema". In materia di tariffe, nella relazione, è stato evidenziato che "la riduzione progressiva dello spread tra tariffa applicata alla cittadinanza e prezzo dell'acqua pagata a Sorical comporta una riduzione delle risorse comunali disponibili da destinare alla manutenzione, ammodernamento e gestione della rete comunale di distribuzione. Ciò comporta, a sua volta, un peggioramento della qualità del servizio finale, un aumento della dispersione e un peggioramento dei bilanci comunali".

    Non Sorical ma Regione stabilisce tariffe. "Non è Sorical ma la Regione che determina i meccanismi tariffari e stabilisce gli incrementi annuali con proprie determinazioni rispetto alle quali Sorical fornisce soltanto i dati necessari". E' quanto si afferma nelle deduzioni che Sorical ha fatto pervenire rispetto ai contenuti della bozza della relazione della Corte dei Conti sulla gestione delle risorse idriche in Calabria. Per Sorical "la tariffa regionale applicata da si è tradotta per un consistente numero di anni in un vantaggio per i Comuni calabresi avendo procurato loro una diminuzione rispetto al livello tariffario regionale precedente, che solo recentemente ha incrociato la curva della tariffa quale sarebbe stata applicando solo il Cipe 2008 e non ha mai raggiunto i livelli che legittimamente avrebbe raggiunto con deliberati di incremento del Cipe su base annuale. Per l'azienda "il livello tariffario di 0,285 euro/mc in media applicato è basso pur essendo destinato alla copertura di un ingente programma di investimenti avviato. Sarebbe veramente strano che si pretendesse di additare come illegittima la tariffa derivante dalla delibera di Giunta regionale 91/2005 che al contrario è la prima tariffa regionale rispettosa del principio della copertura dei costi, rapportata alla prevedibilità degli stessi e ad un piano pluriennale di investimenti".

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