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    Sciame sismico, paura sotto il Pollino

     

     

    Sciame sismico, paura sotto il Pollino

    03 dic 11 E' ormai allarme tra le popolazioni dell'area del Pollino tra Calabria e Basilicata per lo sciame sismico senza fine che interessa la zona. Da settembre 2010 ad oggi l'area del massiccio che segna il confine tra le due regioni - come ha rilevato recentemente l' Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia - è stata interessata da oltre 500 terremoti (517 registrati con l'ultimo episodio della tarda serata di ieri magnitudo 3,2). Sempre ieri sono stati rilevati movimenti tellurici praticamente per tutto il giorno: una situazione che sta provocando apprensione tra gli amministratori locali e gli abitanti dei comuni di Laino Borgo, Laino Castello, Mormanno (in provincia di Cosenza) e Rotonda, Viggianello, Castelluccio Inferiore e Castelluccio Superiore (Potenza). La scossa più forte in assoluto della lunga sequenza è quella registrata dagli strumenti dell'Ingv lo scorso 23 novembre, pari a 3,6, nel trentunesimo anniversario del disastroso sisma che colpì l'Irpinia. A preoccupare è la sequenza degli episodi, molti dei quali avvertiti distintamente dalla popolazione, che si stanno verificando da tempo e che sono del tutto anomali rispetto alla storia di quest'area che, pur considerata ad alto rischio sismico, non ha episodi documentati di particolare gravità. I tecnici dell'Ingv stanno seguendo il fenomeno alla ricerca di tracce che, attraverso lo studio degli strati del terreno, documentino il verificarsi di terremoti del passato.

    E' da mesi ormai "sorvegliata speciale" l'area territoriale del Pollino al confine tra Calabria e Basilicata: a preoccupare è lo sciame sismico di questi giorni che fa seguito ad un'attività tellurica che si sta verificando in zona da più di un anno. Gli strumenti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) , dal settembre del 2010, infatti, raccontano di più di 500 scosse (517, se si aggiunge l'ultimo episodio della tarda serata di ieri, di magnitudo 3,2) con una sequenza più ravvicinata di scosse in queste ultime settimane. All'improvvisa escalation di movimenti tellurici intorno al massiccio calabro-lucano fa seguito l'apprensione crescente tra gli amministratori della zona e gli abitanti, preoccupati per la persistenza del fenomeno. Ad oggi non sono stati segnalati danni ma in tanti, per esorcizzare la paura, hanno deciso di trascorrere la notte in auto. La vivacità riscontrata nella zona ha suscitato l'interesse dei sismologi dell'Ingv, che stanno lavorando per approfondire le conoscenze sul territorio interessato dai fenomeni analizzando gli strati del suolo alla ricerca di tracce dei terremoti del passato. "Da tempo - afferma il sindaco di Mormanno, Guglielmo Armentano - il comprensorio del Pollino è interessato da episodi di sciame sismico. Il nostro Comune anche per questo ha aggiornato il piano di Protezione civile ed incrementato la rete di rilevazione sismica sul territorio. Teniamo informati i cittadini con varie iniziative sugli atteggiamenti opportuni da assumere, senza però diffondere allarmismi". La preoccupazione, però, aumenta nelle popolazioni dei centri più direttamente interessati come Laino Borgo, Laino Castello, Mormanno (in provincia di Cosenza) e Rotonda, Viggianello, Castelluccio Inferiore e Castelluccio Superiore (Potenza) anche, e soprattutto, dopo l'ultimo episodio della serata di ieri. L'altra scossa, la più forte in assoluto della sequenza che si protrae ormai da più di un anno, è stata registrata il 23 novembre scorso, proprio in coincidenza con il trentunesimo anniversario del drammatico terremoto dell'Irpinia (2.914 morti), e che è stata di intensità 3,6. Ad interessarsi di quest'area dello stivale che è catalogata tra quelle a più alto rischio del Paese è da circa sette anni il sismologo Leonardo Seeber, toscano di origine, docente al Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University. "Nell'arco di 12 milioni di anni - ha detto Seeber al Corriere della Sera - la Calabria ha viaggiato verso sudest per circa 300 chilometri, dalla Sardegna alla sua posizione attuale, alla velocità di circa 3 centimetri l'anno. Questo movimento è stato potenziato dalla 'subduzione calabra' e ha spinto il lembo nord della Calabria a urtare progressivamente contro l'Apulia, il micro-continente che comprende Italia e Adriatico, formando progressivamente la catena appenninica". Nell'area calabro-lucana, secondo gli esperti, esistono due aree nevralgiche sul piano della sismicità e sono il bacino del Mercure e la faglia di Frascineto-Castrovillari.

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