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    Corte d'Assise Milano "Processo Lea Garofalo riparta da zero"

     

     

    Corte d'Assise Milano "Processo Lea Garofalo riparta da zero"

    01 dic 11 I giudici della prima corte d'assise di Milano, presieduta da Anna Introini che ha sostituito Filippo Grisolia, diventato capo di gabinetto al ministero della Giustizia, hanno deciso, accogliendo le richieste delle difese, che il processo con al centro la morte di Lea Garofalo, sciolta nell'acido, deve ripartire da zero. Nel processo, nel quale sono imputati l'ex convivente Carlo Cosco e altre cinque persone vicine alla 'ndrangheta del crotonese, dovranno essere riascoltati tutti i testimoni che erano stati interrogati nelle precedenti udienze, compresa la figlia della donna, Denise. Un caso sul quale si era mobilitato anche il presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro, nel tentativo di far si' che il processo potesse proseguire tenendo valide le testimonianze. Le difese, a causa del cambiamento nella composizione della Corte, hanno negato il consenso perché "il giudice che andrà in camera di consiglio deve essere lo stesso che ha partecipato all'assunzione delle prove". Il collegio ha accolto la richiesta disponendo di "rinnovare l'attività istruttoria non potendo limitarsi alla lettura delle dichiarazioni rese". Occorre quindi "risentire i testi" per "garantire il rispetto dell'oralità del dibattimento". Il pm Marcello Tatangelo ha già riconvocato in aula i primi testimoni, che verranno ascoltati oggi. E' stato sostituito inoltre da un collega uno dei legali degli imputati, Vincenzo Minasi, arrestato in esecuzione di un'ordinanza emessa dal gip di Milano per l'inchiesta della dda contro la cosca dei Valle-Lampada, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, rivelazione di segreti d'ufficio e intestazione fittizia di beni.

    "Speriamo che il Tribunale imponga un ritmo serrato alle udienze, e che entro luglio si arrivi a una sentenza di primo grado". E' l'auspicio dei legali delle parti civili, dopo la decisione della Corte d'Assise di Milano di far ripartire da zero il processo per l'omicidio di Lea Garofalo, ascoltando nuovamente i testimoni. Il prossimo luglio scadono i termini di custodia cautelare degli imputati che, se non dovesse intervenire la sentenza di primo grado entro quella data, potrebbero tornare in libertà. "La difesa ha esercitato la sua facoltà - ha spiegato Roberto D'Ippolito, il legale della madre e della sorella di Lea Garofalo - ma purtroppo il rischio concreto è quello che gli imputati tornino in libertà, e su questo bisognerà vigilare. I familiari sono rimasti sconcertati da questa decisione e per Denise tornare in aula sarà una nuova sofferenza - ha continuato - ma hanno reagito tutti con molto vigore". La ragazza, di 19 anni, verrà riascoltata durante una delle prossime udienze, così come gli altri testimoni che hanno già deposto nelle scorse cinque udienze.

    Appello al Ministro Severino. Un appello al ministro della Giustizia, Paola Severino, affinché il suo nuovo capo di gabinetto Filippo Grisolia, presidente del collegio giudicante, possa completare il processo in corso a Milano contro esponenti della 'ndrangheta con al centro la morte di Lea Garofalo, sciolta nell'acido. Lo lanciano Alfredo Mantovano e Guido Crosetto (Pdl). "E' nella prassi - sostengono i due deputati - che in casi del genere vi siano effetti negativi sui giudizi in corso che segue chi è chiamato a svolgere il nuovo incarico. Ma è nella medesima prassi, raccomandata dal Csm e dall'Anm, che chi cambia funzione salva le pendenze più importanti, per evitare rischi (sussistenti nel caso specifico) di liberazione per decorrenza termini degli imputati, e comunque gravi disagi per i testimoni". In questa vicenda, proseguono, "ciò non è accaduto. Ben consapevoli della sensibilità della prof.ssa Severino, le rivolgiamo un appello, anche alla stregua della esperienza istituzionale da ciascuno di noi svolta fino a qualche giorno fa, perché questi rischi e questi disagi, che potrebbero essere irreparabili, siano scongiurati; perché, quindi, disponga che la completa assunzione del nuovo incarico da parte del dott. Grisolia gli permetta di completare almeno il processo in questione".

    Ministro: tempi rapidi. "A seguito della richiesta avanzata da alcuni parlamentari, ho constatato che il fitto calendario di 20 udienze entro il prossimo marzo fissato oggi dalla prima Corte di Assise di Milano presieduta da Anna Introini dovrebbe assicurare una celebrazione del processo in tempi rapidi, tali da riassorbire le conseguenze del mutamento nella composizione del collegio". Lo precisa il ministro della Giustizia, Paola Severino, in merito al processo a carico di presunti esponenti della 'ndrangheta accusati di aver sciolto nell'acido Lea Garofalo. "D'altronde, già prima che il dottor Filippo Grisolia assumesse l'incarico di capo di gabinetto del ministero della Giustizia - aggiunge Severino - era stata verificata dalla presidenza del Tribunale la possibilità di una immediata sostituzione". "Sotto il profilo umano - sottolinea il ministro - rimane il profondo disagio e la sincera vicinanza a una testimone, Denise, che ha già subito violenze psicologiche e che vedrà rinnovato il suo dolore quando sarà nuovamente chiamata innanzi alla Corte di Assise. A tale proposito auspico che la legge, anche nell'interpretazione della giurisprudenza più recente, permetta di trovare un giusto equilibrio tra l'enorme sacrificio che in ogni caso si chiederà al testimone e l'esercizio dei diritti della difesa". "Del resto - conclude il guardasigilli - il rientro in ruolo del dottor Grisolia dopo la delibera del Csm determinerebbe ulteriori ritardi".

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